ItaliaOggi, 9 agosto 2019
In Piemonte maestri assunti dopo aver preso zero all’esame
Zero assoluto. I maestri che hanno sostenuto l’esame al concorso straordinario per la scuola primaria del Piemonte l’hanno ricevuto sotto forma di voto. E nonostante il risultato, tra il sorprendente e l’allarmante, sono stati assunti in ruolo. Con una domanda che aleggia tra il mondo dell’istruzione e quello sindacale: scarsa preparazione o atto di protesta? I risultati della prova, alla quale sono stati sottoposti 2.700 precari diplomati, sono stati pubblicati la scorsa settimana sul sito dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte. E hanno evidenziato come oltre 100 candidati tra i primi 1.000 abbiano ottenuto meno di 18 punti su 30 nell’unico esame orale, che consisteva nel realizzare in 24 ore un percorso didattico su un tema estratto a sorte. Un modo per valutare la preparazione all’insegnamento.I dati più preoccupanti, però, si trovano in fondo alla graduatoria, dove c’è chi ha totalizzato zero su 30. Oltre ad altri insegnanti che non sono andati oltre il 5 e il 6, per un totale di 167 candidati che, basandosi sul sistema del voto universitario, sarebbero risultati insufficienti. «Gli esiti dell’esame suscitano molte perplessità, per non dire che hanno dell’incredibile», ha spiegato Mariella Cattero, insegnante in pensione sempre attenta alla qualità della scuola. Il ministero dell’Istruzione, al pari dei sindacati, ha più volte rimarcato che il concorso non era selettivo, ma serviva per stilare una graduatoria per stabilire l’elenco dei precari che sarebbero passati di ruolo. La procedura dovrebbe sanare la lunga polemica che ha visto contrapposte le maestre senza laurea, che da anni coprono i posti vacanti, e i laureati in Scienze della formazione.
Tuttavia ci sono sempre quegli zeri. Che, secondo la sindacalista della Cub, Giulia Bertelli, che ha partecipato al concorso, testimoniano il disagio dei precari. E non la loro preparazione insufficiente. «Chi ha preso zero nella prova orale non è che non sia stato in grado di sostenere il concorso, ma ha fatto una scelta forte per dare un segnale di insoddisfazione verso questo metodo di selezione», ha spiegato Bertelli. «Condivido i dubbi dei colleghi: i numeri di cui parlava il governo non collimano con quelli che si stanno presentando in queste settimane. Secondo le promesse dovevano essere 12mila posti, ma non è così. I numeri saranno più bassi del fabbisogno e anche quest’anno tantissime cattedre saranno affidate ai precari. Per fare un esempio, chi andrà in pensione con Quota 100 non sarà sostituito con un’immissione in ruolo».
Anche tra i concorrenti, una volta resi noti i risultati, è stata sollevata qualche perplessità sui metodi di valutazione. E sugli zeri della prova orale. «Alcune colleghe hanno chiesto l’accesso agli atti», ha detto ancora la sindacalista a Repubblica Torino. Secondo Bertelli, l’attitudine e le capacità degli insegnanti piemontesi che hanno preso parte alla prova orale non sono in discussione. «Il 90% è costituito da diplomate magistrali ricorrenti, quindi si tratta di insegnanti che servono e che hanno una grande esperienza».