ItaliaOggi, 9 agosto 2019
Periscopio
Disincanto dei vecchi merletti scambiati per oscure trame. Dino Basili. Uffa News.L’intellettuale pensa che «l’Europa debba unirsi o perire». Eugenio Montale. Corsera, 1951.
Non c’è niente di meglio che dimenticare, salvo forse essere dimenticati. Oscar Wilde, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
I discorsi di Salvini, se togli nazionalismo e immigrazione, sembrano discorsi di un socialdemocratico di 40 anni fa, altro che fascista. Anche Renzi non sembrava di sinistra. I suoi erano discorsi neoliberisti. Salvini può sembrare anche più a sinistra di Renzi. Massimo Cacciari, filosofo (Claudio Sabelli Fioretti). il venerdì.
«Chi è più attento ai valori cristiani, destra o sinistra?», chiesi oziosamente a don Livio Fanzaga di Radio Maria, avendo ben capito che don Livio tirava a destra. E infatti, rispose: «Nel centrodestra ci sono più cattolici. A sinistra, la loro presenza è poco incisiva». Don Livio Fanzaga la voce di Radio Maria(Giancarlo Perna). LaVerità.
Carlo Calenda, europarlamentare del Pd, mi ha attaccato in tv sostenendo che il primo a flirtare con i poteri forti e a voler toccare l’articolo 18 fu lei. Basterebbe informarsi prima di parlare, anche per capire il senso di quel che fu fatto. L’effetto del blairismo fuori tempo massimo è stato che la destra ha potuto approfittare dello smarrimento dei ceti sociali più deboli. Massimo D’Alema (Vittorio Zincone). Sette.
Ho cresciuto io, Massimo D’Alema. Ho un amico dell’Istituto Gramsci che si sentì dire da Giuseppe D’Alema, pure lui deputato: «Mio figlio mi fa paura». È così. Intelligenza straordinaria. Solo il taverniere fiorentino non l’ha capito. Matteo Renzi, che ha preferito mettere alla Politica estera della Ue l’indefinibile Federica Mogherini. Mandaci D’Alema, no? Niente! Voleva rottamarlo. Il taverniere non sa costruire: distrugge e basta. Parla, parla... Sta sempre a parlare del suo vino. Ha il vizio capitale dei provinciali. Pasquale Laurito, direttore de «La Velina Rossa» (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
Sul risparmio degli italiani il bollettino settimanale della Fondazione Hume mostra che le perdite patrimoniali (virtuali) accusate dopo l’insediamento del governo gialloverde sono state interamente recuperate, e a un mese si stanno trasformando in guadagni. Di fronte a tutto questo, l’opposizione parla come un disco rotto, ripetendo slogan e profezie di sventura del tutto irrelate con i dati. Soprattutto, colpisce per il tono anti italiano delle sue analisi, quasi che si augurasse che la Commissione europea ci sanzioni, che i conti vadano fuori controllo, che l’occupazione cali, la disoccupazione aumenti, i risparmi degli italiani vadano in fumo. Luca Ricolfi. Il Messaggero.
Dopo la morte di mio fratello Gilberto, mi occupo anche di autostrade e aeroporti. Non l’ho sostituito, ma vengo coinvolto. Rimango fuori, ma non mi sottraggo alla responsabilità del nome che porto. Luciano Benetton, industriale (Francesco Merlo). la Repubblica.
Io chiedo da sempre: che senso ha far diplomare centinaia di flautisti e poi costringerli quasi tutti all’inattività? Una famiglia fa sacrifici, e poi... Si sono decuplicati i conservatori, a Milano soltanto mi pare ci siano 1.700 allievi. E poi, dove vanno? So di ragazzi che hanno appeso lo strumento al muro. Tutta questa indifferenza è un po’ criminale. Produciamo interesse per la cultura musicale, ma non offriamo sbocchi professionali a questa onda di entusiasmo. Riccardo Muti (Pietro Visconti). Libertà.
Siamo una famiglia di sciatori. Tutti i Lunelli sciano, da piccolissimi. Mia nonna Elda è stata, negli anni ’10 del Novecento, una delle prime donne sciatrici delle Dolomiti, che allora sciavano ancora con le gonne. Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Cantine Ferrari (Luciano Ferraro). Corsera.
Quando mia madre disse che il papà era morto in un incidente stradale, ebbi un attimo di felicità per papà: parlavamo tanto noi due, era un credente e sapevo che la sua vera curiosità era scoprire cosa l’aspettava dopo. Quella è stata la reazione che mi ha tenuto in vita. Giovanni Minoli, dirigente tv. (Candida Morvillo). Corsera.
Non c’è scelta, in questo fanatismo ecologico alla Greta. Ogni totalitarismo, come quello ecologista, è costruito su una inquisizione. Chiunque non la pensi come loro è un malvagio che minaccia la sopravvivenza dell’umanità. La razza umana deve redimersi subito o scomparire. Rémy Prud’homme, professore emerito di economia dell’università di Parigi XII (Giulio Meotti). Il Foglio.
Già ai tempi delle Olimpiadi di Roma qualcosa combinava la politica. Lo avevo fiutato. Infatti prima delle gare, Giulio Onesti, presidente del Coni ed emanazione di De Gasperi, ci disse: «Ragazzi state alla larga dalla politica perché inquina lo sport». Ora non so se sia più inquinato l’uno o l’altra. Livio Berruti, campione olimpico di Roma nel 1960 (Enrico Sisti). la Repubblica.
Al referendum del 1946, se avessi già avuto ventun anni, avrei votato Repubblica, grazie a mia nonna. Lei era del 1883, come Mussolini: al tempo era quindi considerata molto anziana. Considerò che le conseguenze di quella scelta storica avrebbero riguardato più la mia vita della sua. E mi disse che avrebbe votato seguendo le mie indicazioni. Anche mio padre votò Repubblica. La seconda moglie di mio padre, monarchia. Sergio Romano, ex ambasciatore italiano, saggista di politica estera (Aldo Cazzullo). Corsera.
Per un mese non potevo vedere né i genitori né i fratelli, nessuno. Fui interrogata da teologi e psichiatri. Si alternarono per diverse settimane. La stanzetta degli interrogatori era spoglia. La finestra sempre chiusa e la luce forte di una lampada costantemente accesa. Il 4 aprile 1948, alla fine della mia «detenzione» ebbi una nuova apparizione. Quando mi risvegliai dall’estasi colsi tra i presenti una strana agitazione. Alcuni erano commossi, altri arcigni e sospettosi. Perfino spaventati. Ma io non ero lì per convincerli. Ero lì per fornire una visione diversa di Maria. Angela Volpini, mistica che vide più volte la Madonna (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Come sceneggiatore a Hollywood ho avuto più successo che Fitzgerald. Non capiva come funzionavano le cose in questo settore. Non sapeva che a Hollywood il lavoro è una collaborazione. Il suo errore era di voler scrivere la miglior sceneggiatura mai scritta. Tutti se ne fregano di ciò. A Hollywood bisogna essere cinici. E ottimisti! La difficoltà consiste nel trovare i soldi. Bret Easton Ellis, romanziere americano (Erich Neuoff). Le Figaro.
«Date a Cesare quel che è di Cesare». Ma lasciatemi sua moglie. Roberto Gervaso. Il Messaggero.