Corriere della Sera, 9 agosto 2019
Le date della crisi
OGGIX
Si era dichiarato disponibile ad affrontare l’ipotesi di un rimpasto del governo, ventilato dalla Lega dopo la clamorosa spaccatura della maggioranza in Senato sulla Tav. Solo che ieri, prima di mezzogiorno, il Carroccio aveva già fatto calare l’eclissi su questo scenario, mentre diventavano esplicite le vere intenzioni di Matteo Salvini: convincere il premier a dimettersi presto. Anzi, subito, entro la serata. È stato a questo punto che l’inquilino di Palazzo Chigi ha detto no: mi sono impegnato a portare la crisi in Parlamento. Dunque, chi mi vuole sfiduciare dovrà farlo in aula. Assumendosi le proprie responsabilità davanti al Paese.
Ecco, quasi testuale, la sintesi politica che Giuseppe Conte ha fatto ieri a Sergio Mattarella, in un faccia a faccia ancora interlocutorio (avveniva a metà giornata), ma carico di pessimismo. Con un capo dello Stato rassegnato a un Ferragosto istituzionalmente tesissimo e soprattutto destinato a sfociare in una campagna elettorale drammatica. Eppure aveva per un po’ sperato in una composizione del conflitto fra i «soci» del governo gialloverde. Se non altro in nome dell’interesse nazionale, considerando che l’esito dello scontro politico metterà a rischio la stesura della legge di Bilancio su cui l’Unione Europea e i mercati ci attendono al varco.
Comunque era ormai fatale che questa crisi infinita (in corso da mesi e ufficializzata di fatto dal leader leghista in serata, con il suo «la maggioranza non c’è più, andiamo subito in Parlamento») dovesse approdare a un chiarimento pubblico. In questo caso, il più traumatico. Mattarella, prendendo atto della scelta del premier di parlamentarizzarla, ha provato a squadernare mentalmente il calendario. Sa che la smania di bruciare le tappe del vicepremier leghista è destinata alla frustrazione. E non perché qualcuno giochi a sabotare il timing che ha in testa, e che prevedeva lo scioglimento delle Camere addirittura entro la fine della prossima settimana, quanto per il freno rappresentato dai regolamenti parlamentari.
Infatti, posto che Conte chieda già oggi ai presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio, Casellati e Fico, di fissare un dibattito sul governo, per stabilire la data sarà necessario che si riunisca la conferenza dei capigruppo. La quale ne discuterà, cercando di individuare all’unanimità il giorno più appropriato per la convocazione dei singoli deputati e senatori. Procedura magari macchinosa, ma insormontabile. Che ritarderà le aspirazioni di chi vorrebbe invece procedere a passo di carica e non ricorda, fra l’altro, che il Parlamento è chiuso per ferie.
Come si muoverà Mattarella, quando la Lega staccherà la spina sfiduciando il premier? A dispetto di quanti immaginano un presidente della Repubblica che intesse manovre segrete dal Colle per azzerare la corsa verso il voto anticipato o procrastinarlo alla primavera 2020, farà consultazioni brevi. Delle quali, per quel che lui stesso ha da tempo potuto verificare, l’esito sarà scontato. È escluso che gli ex partner gialloverdi siano in grado di rimettersi insieme e resuscitare Conte per un bis, con nuovo programma e nuovi ministri. Né è immaginabile che sul Colle si inventino una maggioranza raccogliticcia e precaria, magari con il compito di sterilizzare l’aumento dell’Iva e schivare la probabile tempesta finanziaria sul Paese (ciò che farebbe comodo a tanti, e forse pure alla Lega, almeno per smorzare l’impopolarità di farci ripiombare nel caos).
Insomma: non esistendo coalizioni alternative, al presidente non resterà che congedare il Parlamento e indire nuove elezioni. Che a questo punto potrebbero scivolare addirittura a novembre. Traguardo al quale è molto difficile che ci possa traghettare l’esecutivo uscente, sia pur gestendo soltanto l’ordinaria amministrazione come spesso è successo in passato. Diciamo che dipenderà da come si sarà chiusa la crisi. Tutto lascia però prevedere che si renda necessario il varo di un governo «di garanzia elettorale», non qualificabile come tecnico e senza esponenti di partito, con l’unica missione di fissare il voto.
Salvini chiede i pieni poteri
https://video.repubblica.it/dossier/governo-lega-m5s/governo-salvini-annuncia-candidatura-a-premier-chiedo-agli-italiani-di-darmi-pieni-poteri/341345/341935?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P4-S1.12-T1