Il Messaggero, 9 agosto 2019
Le calde estati della politica
Nell’estate delle cubiste e dell’Inno nazionale al Papeete, della crisi aperta via chat e via post da Salvini, delle dirette Facebook che decidono le sorti della legislatura, già la parola «balneare» appare simpaticamente vintage. Eppure, se chat, post e dirette Facebook non mentono, verso questa direzione sembra andare quello che appariva come un governo più originale e di rottura degli ultimi anni, che metteva insieme a sorpresa Movimento 5 Stelle e Salvini. Balneare sarà la campagna elettorale, balneare forse sarà il governo che ci accompagnerà alle elezioni in autunno, guidato da un traghettatore (ah, ecco un altro sostantivo preso in prestito dalla cara vecchia Prima Repubblica). E i parlamentari, che già avevano erano in ferie, ora saranno costretti a rientrare.
ULTIMA SPIAGGIA
Il governo del cambiamento dopo 14 mesi di fuochi d’artificio sembra finire la corsa in modo più tradizionale con un presidente del Consiglio che sale al Colle per consultarsi con capo dello Stato, riapertura del Parlamento, scenari di transizione e incertezza. In Europa l’Italia non è sola nel limbo dell’incertezza, basti guardare alla Spagna dove il socialista Sanchez, dopo le elezioni del 28 aprile non è ancora riuscito a formare un governo. E nelle storia del Paese ci sono numerosi precedenti di crisi maturate con gli italiani sotto l’ombrellone o quasi. Esempi: nel 1953 il governo del democristiano Giovanni Pella viene formato appena dopo Ferragosto, il 17 agosto, doveva essere di transizione per approvare il bilancio (resterà in carica fino a gennaio) e prese il posto del governo De Gasperi che si era dimesso il 29 giugno. Dieci anni dopo, Giovanni Leone forma il suo primo governo proprio all’inizio dell’estate (il 22 giugno), mentre nel 1968 sempre Leone guiderà un altro esecutivo dal 24 giugno. Altre estati calde: nel 1970 il presidente del Consiglio Rumor si dimette il 6 luglio, il 6 agosto s’insedia il governo sostenuto da Emilio Colombo e sostenuto da Dc, Psi, Psdi e Pri. Agosto 1979 primo governo Cossiga, 1987 si forma il governo Goria. Gli esempi sarebbero tanti, ma in quegli anni, per quanto turbolenti e sofferti, c’erano liturgie lente ma collaudate, oggi è tutto un salto nel vuoto, anzi un tuffo in piscina.
RIPICCHE
A proposito: ci sono precedenti molto più recenti di crisi in periodi dell’anno solitamente dedicati alle vacanze, vedi la fine del governo di Monti, che nel 2012 si dimise a pochi giorni da Natale. Oggi la crisi di fine decennio arriva quasi come un tweet stonato, inattesa perché annunciata troppe volte, perché da mesi le divisioni e le ripicche via social, gli ultimatum degli ultimatum, sembravano lo script innocuo per marcare le rispettive differenze ma continuare a governare. Tra i post della Lega su Facebook e il malumore del M5S sulla chat di WhatsApp, alla fine però il Parlamento deve riaprire in piena estate. La campagna elettorale va in spiaggia. Richiamate le cubiste.