Corriere della Sera, 9 agosto 2019
Beverly Hills 90210, 30 anni dopo
Due colpi di chitarra elettrica, gli stessi della sigla originale del 1990. E ancora prima che iniziasse l’atteso debutto di BH 90210, mercoledì notte un’intera generazione si è ritrovata a gestire quel confuso magone che si prova quando la memoria ci catapulta di colpo in una dimensione che non c’è più. «La somma degli angoli di cui ho nostalgia è certamente superiore a 360» scriveva Stanislaw Jerzy Lec, e il ritorno in tv di Beverly Hills 90210 29 anni dopo e con il cast originale ha dimostrato che quella addizione è certamente valida per migliaia di ex giovani che si sono ritrovati uniti davanti agli schermi (chi poteva del televisore, altri, come in Italia dove ancora non si sa chi la trasmetterà, si sono accontentati dei video online).
Quei ragazzi di allora, oggi ultra trentenni, in una manciata di minuti hanno fatto volare il reboot in cima alle tendenze mondiali nei social network, prendendo spunto dai volti invecchiati dei loro idoli per riflettere sul tempo che è passato, su quanto è cambiato e quanto, tragicamente, è rimasto uguale. Come ritrovarsi ancora in casa dei genitori a guardare Beverly Hills, esattamente come negli anni Novanta, quando, per la prima volta, un telefilm parlava agli adolescenti.
Adesso quegli adolescenti sono attori di quasi 50 anni. Dopo decenni di corteggiamento si sono riuniti per questo progetto (negli Usa in onda su Fox) che ha un po’ spiazzato i fan: chi si aspettava di vedere come fosse finita per Brandon, Kelly, Donna, Steve, David e Brenda è rimasto deluso. L’idea alla base di questo ritorno è molto più pretenziosa di un semplice «come è andata a finire». Protagonisti non sono i personaggi di allora, ma gli attori, che anche nella serie si ritrovano per recitare di nuovo insieme, in una meta-realtà in cui prendono vita nuove dinamiche. C’è chi l’ha trovato avvincente e chi spiazzante.
Di certo, fa un po’ strano vedere Jennie Garth, seduta al bancone di un bar, vicino al suo amore di un tempo, Jason Priestley, cioè Brandon, che gli confessa: «Ti sei mai chiesto come sarebbero state le nostre vite se non avessimo fatto quel telefilm?». Lui ride: «Ogni singolo giorno». «La gente mi vede e pensa io sia Kelly Taylor: non hanno nessuna idea di chi sia davvero». «Tu sei Jennie Garth la donna più brillante con cui abbia lavorato per dieci anni». Sguardi languidi, i piani si confondono... ecco il senso del reboot. Finzione e realtà che si mescolano. E così Tori Spelling e suo marito sono assediati dai debiti, motivo per cui lei spinge per fare questa nuova serie e contattare gli ex colleghi. Nel rivedere il suo fidanzato sul set, Brian Austin Green, si emoziona. Lui si sente soffocato dalla fama di sua moglie, che in tv è una star del R&B e nella realtà Megan Fox. Poi ci sono Ian Ziering, alle prese con un tradimento scoperto, e Gabrielle Carteris che si accorge di essere attratta da una donna, sua fan.
In questa specie di Black Mirror tornano i luoghi che furono, come il Peach Pit, locale un tempo ritrovo del gruppo, che oggi è stato ricostruito realmente (negli anni Novanta non esisteva) ed è meta di pellegrinaggi.
Fino a qualche mese fa, la sola assente doveva essere Shannen Doherty, Brenda. Già ai tempi non era amatissima dal resto del cast, anche in questa serie nessuno dei colleghi smania per vederla. L’attrice ha scelto all’ultimo di partecipare per rendere omaggio a Luke Perry, il suo amato Dylan: «La sua morte ha cambiato drasticamente le cose», ha raccontato. Il nome dell’attore mancato a marzo per un ictus è tornato più volte nel primo episodio, che è finito con le sue immagini del 1990. Quindi, una scritta in chiusura: «Al nostro amico Luke Perry, 1966-2019».