il Fatto Quotidiano, 8 agosto 2019
García Márquez, Vargas Llosa e Patricia. Storia di un triangolo
La grande letteratura è piena di triangoli amorosi, da Anna Karenina di Lev Tolstoj a Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Quello presunto tra due premi Nobel come il peruviano Mario Vargas Llosa e il colombiano Gabriel García Márquez, e Patricia, cugina e moglie dell’autore di Conversazione nella cattedrale, sarebbe stato persino la causa di una rissa con cazzotti.
Accadde nel 1976, a febbraio. Fu allora che Vargas Llosa prese a pugni il suo amico García Márquez. Il motivo? I giornali sostennero che avrebbe avuto come antefatto “una fuga d’amore di Vargas Llosa, che piantò moglie e figli per una pazza avventura con una ragazza svedese. A Barcellona, dove vivevano anche i García Márquez, la moglie Patricia si sfogò più volte con la coppia di amici colombiani e ne accolse i consigli e i suggerimenti”. Al momento della riconciliazione con il marito, Patricia gli confidò il contenuto di quei colloqui. Qualche frase, non si sa bene quale, offese Vargas Llosa. Secondo un’altra versione, però, “Patricia avrebbe fatto credere al marito che, in sua assenza, non avrebbe perso il tempo, e sarebbe stata, tra l’altro, con il suo grande amico Gabo”.
Vero o falso? Non si sa. I pettegolezzi, comunque, fecero il loro corso. Qualche anno prima Cesare Pavese all’amico Davide Lajolo, il 15 maggio del 1950, aveva scritto: “Visto che dei miei amori si parla dalle Alpi al Capo Passero, ti dirò soltanto che, come Cortez, mi sono bruciate dietro le navi”. Lo scrittore parlava del naufragio del suo rapporto con l’attrice americana Constance Dowling. Non si trattava di gossip sui giornali scandalistici, che all’epoca non erano di moda, bensì di chiacchiere di amici e amiche, tra Roma e Torino. Certo è che Pavese, poco tempo dopo, il 27 agosto del 1950, si sarebbe suicidato.
Il tempo passa, le mode cambiano, e oggi anche le storie private degli scrittori solleticano la stampa rosa. Dopo l’affaire García Márquez, Vargas Llosa, 83 anni compiuti a marzo, ha nuovamente dato linfa all’interesse scandalistico per le sue passioni, oggi senili. Dicono che pure lui, come Pavese, non ami i pettegolezzi. Dei suoi amori, anzi, dell’ultimo, in ogni caso se ne è parlato e se ne parla in tutto il mondo. Se ne è dovuta occupare addirittura The Nation, la più antica rivista degli Stati Uniti, faro della cultura di sinistra. In un articolo dell’aprile scorso ha rammentato che “Vargas Llosa è diventato il foraggio dei giornali tabloid, avendo lasciato sua moglie dopo 50 anni – sua cugina Patricia Llosa – per l’ispano-filippina Isabel Preysler”.
È sbocciata nel 2015 la love story fra il grande narratore peruviano e l’ex modella e conduttrice televisiva Isabel Preysler. Sessantotto anni all’anagrafe, Isabel è specializzata in matrimoni d’alto bordo, visto che ne ha ben tre alle spalle, tutti con persone del jet set: il cantante Julio Iglesias, don Carlos Falcó, marchese del Griñon, e Miguel Boyer, già ministro socialista delle Finanze, del quale è rimasta vedova. Ora ha aggiunto un premio Nobel della letteratura, arricchendo un palmarès sentimentale invidiabile.
La stampa rosa e scandalistica, guidata dal periodico spagnolo ¡Hola!, non si è lasciata scappare l’occasione. Nel giugno del 2015 il settimanale ha messo in copertina Isabel e Mario con il titolo “Pranzo per due”, raccontando che i due avevano intensificato il loro rapporto di conoscenza e insinuando che fosse qualcosa di più di una amicizia. Patricia, cugina e moglie dello scrittore premio Nobel, ha reagito come farebbe un esponente politico accusato di qualche traffico illecito: diffondendo un comunicato in cui manifestava sorpresa, visto che pochi giorni prima lei e Mario avevano celebrato insieme i cinquant’anni di matrimonio. Donna Patricia, del resto, se la storia con García Márquez fosse vera, non sarebbe nuova a incidenti nel matrimonio.
Sulla relazione fra Mario e Isabel, dopo il colpaccio di ¡Hola!, si sono scatenati per mesi quotidiani e riviste, scrivendo di tutto: le possibili accuse di bigamia in Perù per lo scrittore, i duemila euro spesi dai due per una notte in un albergo di Marbella per festeggiare il compleanno di Isabel, fino ai dettagli della separazione dei beni fra Mario e Patricia. I due maturi innamorati, a un certo punto, hanno ammesso il loro legame, ma non è bastato per fare cessare la campagna giornalistica. “Davanti alla casa di Isabel”, ha detto Vargas Llosa, “i giornalisti possono restare accampati per ventiquattro ore. Nella prima fase della nostra relazione era una cosa impressionante: si facevano portare il pranzo a mezzogiorno, organizzavano partitelle di calcio”. Tanto che nel suo romanzo Cinquina, uscito in Italia nel 2016, ha messo alla berlina la stampa scandalistica, anche se ha negato di averlo fatto per gli scoop su di lui e Isabel. “Ma no”, ha dichiarato in occasione della pubblicazione del libro da Einaudi, “ho cominciato a lavorare al libro molto prima che tutta questa storia cominciasse”.
Intanto, in attesa del matrimonio con Isabel, Vargas Losa continua a essere foraggio della stampa, quella rosa e quella no. Lo ha fatto sostenendo che “il femminismo è nemico della letteratura”, e quindi dimettendosi dalla presidenza del Pen Club internazionale perché contrario a un appello in favore di due intellettuali catalani in carcere da oltre un anno per reati d’opinione: secondo lui sarebbero “golpisti”. Una sua recente dichiarazione, a favore della concessione del Premio Nobel per la pace a Carola Rackete, lo riscatterà agli occhi delle donne che non frequentano il jet set?