Libero, 8 agosto 2019
L’economia del vino
Esportazioni da capogiro, supremazia sui francesi, primati mondiali. Forse nel vino non c’è la verità, come dicevano i latini, ma in quei liquidi colorati che una tradizione millenaria porta sulle nostre tavole c’è un bel pezzo della nostra storia e della nostra economia. Quella che raramente delude. In occasione del primo grappolo finito nel cesto, con cui si aperta la stagione della vendemmia, sono arrivati i primi dati su un mercato che è ormai diventato il fiore all’occhiello della produzione agroaleminentare italiana. La prima buona notizia è che i cugini d’Oltralpe sono ancora sotto. La seconda che, con un aumento del 5,2% rispetto allo scorso anno, le esportazioni hanno segnato il record storico. Ce n’è abbastanza per dare sfogo all’ottimismo. «Le nostre previsioni positive per la prossima annata vengono confermate», ha commentato per l’occasione il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. Il distacco del primo grappolo, avvenuto nell’azienda agricola Massimo Cassarà in Sicilia, ha inaugurato l’inizio della raccolta lungo tutta la Penisola con la vendemmia delle uve Pinot grigio, le prime ad essere trasformate in vino. Ne ha dato notizia la Coldiretti, sottolineando proprio i numeri brillanti delle vendite all’estero la leadership internazionale in termini di produzione, che, nonostante un calo del 10% rispetto al 2018, si stima fra i 47 e i 49 milioni di ettolitri, davanti alla Francia (con una stima fra 43 e 46 milioni di ettolitri). Positivi sono anche i consumi degli italiani, sempre più consapevoli e attenti alla qualità e all’origine, che sono pari a 37,5 litri pro capite all’anno con una spesa delle famiglie cresciuta del 6,5% in valore nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. È un settore, sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, «cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità», e che continua a dimostrarsi di rilevante importanza per l’economia agricola e l’industria alimentare in Italia. Secondo il Centro Studi di Confagricoltura «le aziende con vigneti sono 300mila, con una superficie coltivata ad uva da vino di 652mila ettari, di cui 50mila con cantine di vinificazione, e un fatturato di circa 10 miliardi di euro». Risultati importanti, osserva Centinaio, «frutto» del grande lavoro di agricoltori e produttori, che il governo intende «tutelare e sostenere anche nella prossima Commissione europea», assicura a ruota il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. La Sicilia inizia in questi giorni a staccare i primi grappoli, ma la vendemmia vera e propria, prevede il Centro Studi di Confagricoltura, entrerà nel vivo intorno al 20 agosto in tutta Italia. Da nord a sud della Penisola si parte tradizionalmente con la vendemmia delle uve pinot e chardonnay in un percorso che prosegue a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello.