la Repubblica, 8 agosto 2019
Al Viminale arrivano i militari in pensione
Militari in pensione negli uffici del ministero dell’Interno. Non è una novità, e del resto aveva suscitato forti critiche nei mesi precedenti anche la decisione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, di impiegare cinque generali in ausiliaria come dirigenti comunali. Ma stavolta l’utilizzo dei militari rischia di essere su larga, larghissima scala: a segnalarlo è la Cgil Funzione Pubblica. «Siamo allarmati da una circolare del ministero dell’Interno che invita le prefetture ad attingere agli elenchi dei pensionati in ausiliaria per sopperire alle carenze di organico – spiega Florindo Oliverio, della Federazione nazionale Cgil Funzione Pubblica —. Ne abbiamo chiesto le ragioni al Viminale, ci hanno risposto che i militari non sarebbero stati utilizzati per servizi istituzionali». Il timore del sindacato è che avvenga il contrario: un progressivo utilizzo dei militari in sostituzione dei dipendenti che a breve lasceranno il servizio tra anticipo pensionistico, pensione di vecchiaia e quota 100, e che per il rinvio dei concorsi sancito dalla legge di Bilancio e la difficoltà di reperire risorse non potranno essere rimpiazzati subito. «Servono assunzioni», sottolinea Oliverio.
I militari in ausiliaria sono pensionati che accettano di rimanere a disposizione dello Stato, per impieghi nelle pubbliche amministrazioni, per i cinque anni successivi alla conclusione del servizio. Percepiscono (anche quando non vengono richiamati, per il solo fatto di essere in ausiliaria), oltre alla pensione, un’indennità pari al 50% della differenza risultante dal raffronto fra alcune voci stipendiali (tra le quali, oltre allo stipendio tabellare, anche alcune indennità) che spettano al pari grado in servizio, di pari anzianità. Norme che comportano uno spreco di denaro pubblico, denuncia Luca Marco Comellini, primo maresciallo dell’Aeronautica e segretario generale del Sindacato dei Militari: «La legge che permette ai militari in ausiliaria di essere impiegati nelle amministrazioni risale al periodo fascista – spiega – costa ogni anno allo Stato 400 milioni, spesso impiegati a vuoto. Inoltre cosa può saperne un anziano militare di come si amministra un Comune o una Provincia?».
Si potrebbe osservare che la circolare del Viminale, che fa seguito all’appello del ministro della Difesa Elisabetta Trenta che invitava i Comuni ad attingere alle liste del personale in ausiliaria anche per figure molto specifiche come “ingegneri specializzati, medici, biologi o informatici”, dà senso all’impiego di ingenti risorse pubbliche. L’opposto delle assicurazioni del ministro della Pa Giulia Bongiorno sullo svecchiamento del personale. «L’ausiliaria – dice Comellini – è un modo per continuare a far lavorare i vecchi e non assumere i giovani».