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 2019  agosto 08 Giovedì calendario

Diabolik, il capo degli irreducibili della Lazio, è stato ammazzato con un colpo alla nuca

«Fatemelo vedere! Hanno ammazzato un santo». Il grido del fratello di Diabolik scuote il Parco degli Acquedotti e chi assiste ai rilievi della polizia. Accanto alla panchina che si affaccia su via Lemonia c’è il corpo di Fabrizio Piscitelli, 53 anni, capo storico degli Irriducibili, il gruppo egemone della Curva Nord della Lazio, ma anche un personaggio che le cronache hanno fatto conoscere per la scalata fallita alla Lazio prima dell’era Lotito, i rapporti con la malavita organizzata e i trafficanti di droga. E, più di recente, per la bomba che ha distrutto l’ingresso del quartier generale degli ultrà biancocelesti pochi giorni dopo l’esposizione a piazzale Loreto, a Milano, di uno striscione in ricordo di Mussolini.
«Diabolik»,come era soprannominato Piscitelli, è stato ucciso da distanza ravvicinata. Gli hanno sparato alla nuca mentre era seduto sulla panchina. Erano le 19 di ieri quando alcuni passanti hanno visto il corpo del 53enne a terra. Il killer forse era vestito da runner. Nel parco ci sarebbero delle telecamere. Sull’omicidio di Piscitelli indagano i magistrati dell’Antimafia. Si tratta, per le modalità, di un regolamento di conti. Non si esclude che la vittima avesse un appuntamento. Il luogo dell’omicidio è stato subito isolato dalla polizia, presente sul posto con gli investigatori della Squadra mobile e gli specialisti della Scientifica.
Ma ieri sera in poco tempo, non appena la notizia dell’uccisione di «Diabolik» si è diffusa, si è radunata anche una folla di ultrà della Lazio, fra loro molti amici di Piscitelli, che era un leader riconosciuto negli ambienti della Curva Nord ma anche un boss, secondo chi indaga, che aveva contatti con esponenti della criminalità nella gestione delle piazze di spaccio di droga. Il più importante, per i carabinieri del Ros, è con Michele Senese. Il «boss» per eccellenza nella Capitale, condannato all’ergastolo cinque anni fa. «La sua batteria – scrivono i militari – è al servizio dei napoletani che si sono insediati a Roma Nord, fra i quali Genny e Salvatore Esposito, che fanno capo a Senese». Droga, ma non solo, non si esclude un collegamento con il mondo ultrà. Già nel 2013 alcuni capi ultrà della Lazio furono gambizzati nella zona del Tuscolano, e ad aprile altri due personaggi vicini a ultrà e droga sono stati feriti in un bar di via Flavio Stilicone.