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 2019  agosto 07 Mercoledì calendario

Il salvataggio della Pernigotti

Nemmeno un anno fa i turchi di Tokzos avevano annunciato l’addio al gianduiotto più famoso del mondo con tanto di chiusura dello stabilimento Pernigotti di Novi Ligure. Era bastato un freddo comunicato per archiviare una tradizione dolciaria che vantava 160 anni di storia tra gianduiotti, torroni e cremini piemontesi. Ieri la svolta con l’accordo al Mise per il salvataggio del gruppo. Sarà «in tempi record e senza esuberi», annuncia il ministro del lavoro, Luigi Di Maio. Sono due gli investitori scesi in campo per dare un futuro al gruppo: la cooperativa torinese Spes che rileverà il ramo d’azienda che produce il cioccolato e il torrone, e Giordano Emendatori, imprenditore storico nel settore della produzione di preparati base per gelati e pasticceria, che rileverà, invece, il ramo relativo ai preparati per i gelati. Dunque, sono salvi tutti i lavoratori dello stabilimento perché l’accordo per la reindustrializzazione del sito di Novi Ligure oltre a garantire la continuità operativa del sito ligure, promette la salvaguardia di tutti i lavoratori, come emerso dal tavolo al Mise presieduto dal Ministro Luigi Di Maio, con i rappresentanti delle aziende coinvolte, l’advisor Sernet (accanto a Vitale e Associati e Baker McKenzie), i sindacati e gli enti locali.
IL PIANO
Se dunque il Gruppo Spes si occuperà della reindustrializzazione della produzione di cioccolato e torrone, la cessione del marchio «Maestri gelatieri» e per le relative strutture commerciali (che occupano 21 persone) e produttive (con altri 15 dipendenti) a Emendatori prevede l’inizio della produzione a partire dal 10 prossimo ottobre. È in fase di valutazione, poi, la possibilità che sia un unico soggetto aziendale (ossia una newco) a gestire l’intera produzione di Novi Ligure. «Il Mise sta cercando di creare una società a tre, con l’intervento dello Stato anche, con l’obiettivo di costruire un nuovo stabilimento a Novi fra 3-5 anni», spiega Emendatori. In ogni caso, la valutazione (comprensiva di piano industriale e della struttura societaria dell’eventuale newco) dovrà concludersi, al più tardi, entro la data prevista per la firma dei contratti definitivi, ossia entro il 30 settembre. Nel frattempo, però, la Pernigotti spa, quindi i turchi del gruppo Tokzos, manteranno il marchio Pernigotti 1860 continuando la distribuzione e la commercializzazione di cioccolato, praline, torrone e creme spalmabili. Mentre dal 23 luglio scorso lo stabilimento ha già ripreso la produzione per la campagna commerciale del Natale 2019 richiamando al lavoro 110 lavoratori (dei circa 150 di tutto lo stabilimento), tra dipendenti in Cassa integrazione e somministrati. Ottimisti e soddisfatti i sindacati. «Ora il nostro auspicio è che si lavori presto alla realizzazione di una newco», commenta il segretario nazionale Uila, Pietro Pellegrini. A lui si associa la Fai Cisl che parla di «giusto percorso per il salvataggio». Positiva anche la Flai Cgil.
Il sipario rimane dunque aperto per lo stabilimento nato dalla drogheria di Stefano Pernigotti aperta nel 1860 nella Piazza Del Mercato a Novi Ligure. Con la crisi degli anni ottanta il marchio novese era stato ceduto alla famiglia Averna, per poi finire nel 2013 ai Tokzos. Ma il rilancio non è mai arrivato. Ora il futuro torna in mani italiane.