Libero, 7 agosto 2019
La Santa Messa non conosce crisi
alessandra menzani C’è un evento che va in onda sempre in diretta, tutto l’anno, senza pubblicità, in mondovisione e fa più ascolti – fatte le debite proporzioni – del Grande Fratello o di Temptation Island. Non conosce crisi, e meno male, la Santa Messa. Da decenni viene trasmessa orgogliosamente senza flessioni d’ascolto né mancanza di idee; cambiano i sacerdoti, le chiese, le prediche, i Pontefici ma la garanzia di messa in onda è garantita nei lustri. Se vogliamo, possiamo anche considerarla un’immensa replica che batte le piccole replichette che d’estate invadono il palinsesto regalandoci sempre il sapore del già visto. TV DI Qualità La funzione religiosa per eccellenza dei fedeli cattolici in Italia è disponibile sugli schermi la domenica mattina su Raiuno e su Rete 4 e, se sommiamo i risultati d’Auditel delle due emittenti, otteniamo share da prima serata, uno schiaffo ai reality trash o alle telerisse di quint’ordine dove si litiga sul nulla o, peggio ancora, di politica. Nella Santa Messa si parla uno alla volta, al massimo si canta un po’. Prendiamo, ad esempio, il dato di domenica scorsa riportato dal sito Davide Maggio. Su Raiuno la cerimonia in onda alle 10.55 ha totalizzato 1.210.000 spettatori con il 16.8%; su Retequattro 601.000 spettatori (9.8%) alle ore 10. Dunque, in totale, seguono la parola di Dio in televisione oltre 1.800mila spettatori pari al 26.6% di share, un’enormità per il bacino mattutino. Inutile dire che la concorrenza, fatta soprattutto da telefilm all’ennesima ripetizione e repliche dei talk show, sia sonoramente battuta e umiliata. La messa può piacere o non piacere, possiamo essere credenti o agnostici, spirituali o materialisti, ma il dato ci conforta assai. Per Retequattro, unico canale non di servizio pubblico che propone la diretta delle omelie, è una vera manna; le parrocchie fanno a gara per aggiudicarsi una troupe che riprenda le funzioni. Da gennaio a oggi, la media della messa di quasi l’8 per cento di share, con picchi del 15 per cento tra il pubblico over 65. Per loro è un appuntamento cruciale. Per non parlare dell’Angelus sulla Rai, la funzione «condotta» dal Pontefice in persona, il personaggio globale più popolare di tutti Papa Francesco. Bergoglio, in diretta da San Pietro, attira fedeli da tutto in mondo in carne ed ossa ma anche tantissimi seguaci che per una ragione o per l’altra (età, motivi geografici o di salute) non possono andare fisicamente a Roma. Domenica scorsa, per esempio, l’Angelus su Raiuno ha raccolto ben 1.622.000 spettatori. E teniamo presente che d’estate il bacino si riduce. UNA BENedizione Le trasmissioni religiose sono una benedizione, in tutti i sensi. Una garanzia di risultato più dell’Isola dei famosi o di una fiction. Il talk A sua immagine, la domenica mattina in Rai, ottiene un lusinghiero 15,3 per cento di share. C’è dunque voglia di fede, di valori, di guardare anche in televisione qualcosa che voli un po’ più alto rispetto a Giulia De Lellis o Loredana Lecciso, con tutto il rispetto. Su Retequattro è confermatissimo in autunno la trasmissione di Don Davide Banzato I viaggi del cuore, che immerge il telespettatore nel mondo dei santuari e dei luoghi religiosi. Dunque non ci stupisce più di tanto se Matteo Salvini dopo l’approvazione del decreto sicurezza ringrazi la Vergine Maria.