la Repubblica, 7 agosto 2019
Il narcotrafficante brasiliano che due giorni fa ha tentato l’evasione travestendosi da sua figlia s’è impaccato
Lo chiamavano il “baixinho”, il “piccoletto”, Clauvino da Silva,42 anni, narcotrafficante brasiliano che due giorni fa aveva cercato di fuggire dal carcere travestendosi da donna, sua figlia: l’hanno trovato morto in cella nel penitenziario di massima sicurezza di Laèrcio da Costa Pellegrino, a Rio de Janeiro, dove era rinchiuso per scontare una pena a 73 anni e 10 mesi di prigione. Secondo le prime informazioni del Segretario di Stato per l’amministrazione penitenziaria (Seap), Da Silva è morto impiccato con un lenzuolo.Nel 2013 era riuscito a fuggire dal carcere insieme ad altri trenta prigionieri, questa volta passando attraverso il sistema fognario dello stesso carcere: era stato arrestato un mese dopo. Due giorni fa, il nuovo tentativo di fuga: approfittando della visita della figlia diciannovenne, e usando un abito da donna e una maschera di silicone sul viso, si era travestito arrivando fino ai controlli d’uscita. I vestiti erano probabilmente stati introdotti in carcere da una donna incinta, che perciò non ha dovuto passare il controllo dei raggi X. La scena era stata ripresa dalle telecamere in un video diffuso dalla stessa amministrazione penitenziaria. Ma nonostante gli occhiali e una parrucca con i capelli scuri, “il piccoletto” è stato riconosciuto dagli agenti della sicurezza e riportato nella cella dove è stato trovato morto.