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 2019  agosto 07 Mercoledì calendario

LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDI – BOLLORÉ FA CASSA! VUOLE VENDERE AI CINESI DI TENCENT IL 10% DI UNIVERSAL, LA VERA GALLINA DALLE UOVA D’ORO DEL SUO GRUPPO: L’ACCORDO AUMENTA LA VALORIZZAZIONE A 30 MILIARDI, IL CHE VUOL DIRE CHE PRESTO IL BRETONE AVRÀ ALMENO 3 MILIARDI DA SPENDERE. E UNA VOLTA LIQUIDATA MEDIASET PER FAR CONTENTA L’ANTITRUST, POTREBBE PAPPARSI “GEDI” IN UN SOL BOCCONE… -



"REPUBBLICA" ON SALE! - PRANZO D'AFFARI A PARIGI COL CEO DI VIVENDI ARNAUD DE PUYFONTAINE PER MONICA MONDARDINI E RODOLFO DE BENEDETTI - SECONDO LE VOCI, SIA LA FAMIGLIA DE BENEDETTI SIA JOHN ELKANN NON VOGLIONO VENDERE GEDI A CATTANEO-MONTEZEMOLO-DELLA VALLE E STANNO CERCANDO UN’ALTERNATIVA – MA VIVENDI HA UN PROBLEMA DI ANTITRUST SE NON VENDE LA SUA QUOTA MEDIASET…

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/quot-repubblica-quot-on-sale-pranzo-39-affari-parigi-col-ceo-209937.htm

VIVENDI FA CASSA Leonardo Martinelli per “la Stampa”

Con Vivendi, la sua «media company», il magnate francese Vincent Bolloré sta facendo finalmente un colpaccio. Basta con i problemi: l' evoluzione dei rapporti con Telecom Italia, partecipata di Vivendi, gli strascichi giudiziari ancora irrisolti dopo la mancata alleanza con Mediaset e gli affanni della pay tv Canal+, altra controllata.

O almeno, non ci sono solo problemi. Ieri il gruppo francese ha annunciato di avere iniziato «negoziazioni preliminari» con il colosso tecnologico cinese Tencent per cedere il 10% di Universal Music Group (Umg), la più importante etichetta discografica del mondo (davanti a Sony e a Warner). E sotto il controllo di Vivendi, da tempo ormai la sua vera gallina dalle uova d' oro.

I cinesi stanno anche ottenendo un' opzione call di un anno per acquisire un 10% ulteriore. Ma le buone notizie non finiscono qui. Consistono soprattutto nella valorizzazione di Universal ottenuta da Bolloré. Negli ultimi mesi questa si collocava per l' intera società fra i 15 e i 30 miliardi di euro, con una media, viste le stime dei diversi analisti, intorno ai 25-26 miliardi. Ieri i vertici del gruppo hanno annunciato che i cinesi hanno accettato i 30. Significa che sono pronti a sganciare tre miliardi per il 10% e poi la stessa cifra più tardi per una quota equivalente.

Dopo un periodo di crisi, Universal ha risalito la china grazie al successo dello streaming musicale. L' etichetta rappresenta alcuni nomi storici come i Beatles e i Rolling Stones, oltre ad Andrea Bocelli, e ultimamente ha negoziato lucrosi contratti con artisti del calibro di Lady Gaga, Rihanna e Ariana Grande. Con un fatturato di 3,3 miliardi di euro nel primo semestre dell' anno, in crescita del 18,6%, la società genera ormai il 44% dei ricavi di tutta Vivendi e pesa quanto a valorizzazione più della casa madre.

Anche per rilanciare l' azione Vivendi, già l' anno scorso i suoi manager avevano deciso la cessione fino al 50% di Universal. La cura sembra già fare effetto: ieri il titolo della «media company» ha chiuso in rialzo del 3,96%, a 24,93 euro. Intanto Vivendi sta sondando altri investitori per vendere nuove quote del capitale di Universal, fino ad arrivare alla metà. Sarebbero interessati fondi di private equity come Kkr e anche Gafa americani, oltre al fondo Vision di Softbank. Sembra che Tencent volesse acquisire più del 20% (compresa l' opzione). Ma i dirigenti di Vivendi non hanno voluto urtare troppo la sensibilità dell' amministrazione Trump. L' operazione cade in pieno nella battaglia commerciale tra Washington e Pechino. E Universal dispone del più grande catalogo di musica americana al mondo.

Quanto a Tencent, presieduta da Ma Huateng, è un gigante nei videogiochi (sono suoi, fra gli altri, i titoli Call of Duty online e League of Legends), ma è forte anche nei social e nelle messagerie (possiede WeChat, una sorta di WhatsApp cinese) e dispone di una divisione musicale.

Secondo quanto riferito ieri da Vivendi, la cooperazione con Tencent «potrebbe aiutare Universal a cogliere le opportunità di crescita offerte dalla digitalizzazione e dall' apertura di nuovi mercati». Vedi sviluppare i suoi titoli su quel mercato asiatico. E inglobare nuovi artisti cinesi e dell' area.