ItaliaOggi, 7 agosto 2019
Giù le mani dalla bellezza, parola di Emily Dickinson
La Bellezza non ha causa: / esiste. / Inseguila e sparisce./ Non inseguirla e appare. /Sai afferrare le crespe / del prato quando il vento / vi avvolge le sue dita? / Iddio provvederà / perché non ti riesca.
Questa breve lirica scritta da Emily Dickinson attorno al 1862 sferra pur nella sua esilità un colpo notevole a tutta la retorica della bellezza che pervade il nostro mondo. In sintesi parla della Bellezza inafferrabile, quasi incorporea, come il vento che increspa l’erba dei prati. Chi voglia prenderla è destinato a perderla, perché essa ha la sola caratteristica di esserci, e basta.
Quale vigorosa concezione si cela dietro i brevi versi, la semplice sintassi, il lessico quotidiano. La poesia tocca quasi la metafisica. Quale disarmonia con l’uso che, da Narciso in poi, ne hanno fatto gli uomini. Non solo i poeti che, forse tra i più innocenti, l’hanno cantata, rimpianta, illusoriamente raggiunta nella perfezione delle loro opere. Non solo i critici che si sono indaffarati a definirla, a sezionarla. Non solo i mercanti, che si sono impadroniti delle sue spoglie per venderla a caro prezzo, a buon prezzo. Non solo i filosofi che ne hanno fatto un’astrazione.
Ma anche chi l’ha sporcata con la teoria e con la pretesa di salvare con essa il mondo, gli avventurieri e i rivoluzionari, i moralisti e i frodatori. Chi non ama il silenzio e l’umile luce della vita quotidiana, del dovere compiuto con dedizione, dell’amore generoso verso i piccoli non può godere del suo sommesso avvicinarsi a sfiorare l’azione umana più ripetitiva e nascosta.
La Bellezza non ama essere appariscente, si accontenta di essere. Per questo si sottrae ad ogni forma di possesso. È casta ma non per questo incorporea. Giunge a noi non attraverso le vie astratte dell’intelligenza, ma quelle concrete dei sensi e li avvolge di fragranza fino a elevarli nella limpidezza.
Al di là del linguaggio poetico della Dickinson non è forse esperienza provata almeno un momento della vita questo presagio di bene duraturo?
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