ItaliaOggi, 7 agosto 2019
Moria di renne alle Svalbard Colpa del caldo che avanza
Più di 200 animali sono stati ritrovati morti di fame durante l’estate. Nell’arcipelago norvegese delle Svalbard non si erano mai visti così tanti cadaveri di renna. Per l’Istituto polare norvegese, che ogni estate, da quarant’anni, esegue un censimento degli animali, non ci sono dubbi: all’origine del dramma c’è il riscaldamento climatico. «L’impatto del cambiamento del clima si osserva in due modi», spiega a Le Monde Ashild Onvik Pedersen, ricercatrice presso l’Istituto polare norvegese. «Si registra pioggia in inverno nell’Alto Artico, fatto che provoca, con il freddo, la formazione di lastre di ghiaccio che impediscono l’accesso alla vegetazione. In seguito, l’aumento delle temperature in estate trasforma il paesaggio, l’erba dei pascoli diventa migliore e la popolazione delle renne aumenta, fatto che accresce la competizione fra gli animali». Questa competizione ha conseguenze drammatiche in inverno, quando il numero di renne è troppo alto e il cibo più raro e difficilmente accessibile sotto il ghiaccio. Da qui l’alta mortalità di questi animali.