La Stampa, 6 agosto 2019
In morte di Bjorg Lambrecht
Inseguire i propri sogni e all’improvviso perderli. Per sempre. Senza appello. Con una scia di lacrime e sangue. Di dolore acuto e inspiegabile. Perchè la vita è beffarda e il sottile e traballante filo che la salda con la morte ieri ha avuto un’altra conferma crudele, facendo fare una curva a gomito alla corsa del povero Bjorg Lambrecht, partito per la terza tappa del Giro di Polonia, da Chorzów a Zabrze, e mai arrivato al traguardo.
Ventidue anni, speranza belga, una delle più grandi rivelazioni giovanili del panorama ciclistico europeo, è morto in serata in una sala operatoria dell’ospedale di Rybnik dove i medici hanno provato di tutto nel tentativo di strapparlo ad un destino che purtroppo era già chiaro negli occhi di chi per primo l’ha ritrovato disteso e privo di sensi in un fossato nei pressi di Pawłowice. Dove Lambrecht era finito dopo cinquanta chilometri di gara probabilmente cadendo giù da un ponte largo un metro e mezzo, forse scivolando a causa dell’asfalto bagnato, e sbattendo violentemente la testa contro un blocco di cemento. Vani i soccorsi, anche se immediati, tanto che è stata la stessa vettura dei medici della corsa ad informare via radio dell’accaduto. Sul giovane ciclista c’è stato un tentativo di rianimazione sul posto, ma le sue condizioni sono parse subito così gravi che i soccorritori hanno deciso di portarlo in ospedale con un’ ambulanza all’avanguardia per traumi di questo tipo (fornita di attrezzature specifiche e personale di rianimazione) e non in elicottero.
Alle 19,02 la notizia
Una corsa vana. Ogni tentativo di stabilizzare la situazione e quindi tenere in vita il corridore si è rivelato infruttuoso: Lambrecht è morto due ore dopo il terribile incidente lasciando una scia di grande commozione in tutto il personale sanitario e in quello che ha organizzato la corsa a tappe. Senza parole, naturalmente, anche i suoi avversari e i compagni di squadra, che una volta appresa la terribile notizia sono scoppiati in lacrime.
Alle 19,02 la notizia della sua morte è stata resa pubblica da un messaggio sul profilo Twitter della sua squadra, la Lotto-Soudal. «La più grande tragedia possibile che possa accadere alla famiglia, agli amici e ai compagni di squadra di Bjorg è avvenuta... Riposa in pace Bjorg».
Prof dall’anno scorso
È una tragedia inaspettata che scuote ancora una volta il mondo del ciclismo, e lascia senza parole per la vita spezzata sul più bello di un ragazzo che doveva ancora decollare, ma possedeva tutti i mezzi per farlo. Durante la scorsa primavera, Lambrecht era arrivato quinto alla Freccia del Brabante, sesto nella prestigiosa Amstel Gold Race e aveva vinto la classifica giovani del Giro del Delfinato. Era passato professionista l’anno scorso e, dopo la Polonia, in calendario aveva la partecipazione alla Vuelta. Ma non aveva fatto i conti con un maledetto destino. —