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 2019  agosto 06 Martedì calendario

Sangiuliano e il Tg2 di Salvini

Il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano è l’unico che ha trovato il modo di far rispondere Matteo Salvini sul Russiagate.
L’altra sera, sul palco del comizio-intervista di Cervia, gli ha chiesto: «Ministro quanti rubli ha in tasca?». E Salvini ha risposto: «Mio figlio voleva il gelato e poi è andato in sala giochi, me ne sono rimasti pochi».
Ecco risolto il caso. Altro che misteri, tangenti e segreti. Bastava una burletta tra amici per venire a capo della verità. E il Tg2 è amico di Salvini. Molto amico. Per ringraziare della domanda, il ministro dell’Interno ha anche consigliato ai suoi sostenitori in piazza di guardare solo quel telegiornale.
Come lui, del resto. Qualche tempo fa twittò un servizio del Tg2 in cui si sosteneva che interi quartieri delle città della Svezia erano fuori controllo a causa del fallimento del modello di accoglienza e accompagnò il cinguettio con lo slogan “Stop Eurabia”. La crasi di Europa e Arabia che furoreggia nel lessico neofascista caro anche al leader della Lega. Il giorno dopo l’ambasciata di Svezia inoltrò protesta formale per le falsità del servizio. Ma che importa: quanti follower ha l’ambasciatore svedese? Meno del Capitano, sicuramente.
Ex missino, biografo di Putin e Trump, neo-leghista, Sangiuliano ha un curriculum che in tempi di sovranismo svetta nel percentile più alto: è all’incrocio perfetto di tutto l’arsenale ideologico salviniano. Non gli dispiace nemmeno l’etichetta di Tele-Visegrad affibbiata al suo telegiornale: accresce la sua fama di ideologo del tempo presente. Il cdr del Tg2, del resto, è l’unico capace di spaccarsi anche sulla solidarietà Valerio Lo Muzio e Giorgio Mottola, i due cronisti insolentiti da Salvini per le loro domande sgradite. Un membro del cdr ha diffuso una nota con parole di dura condanna per la condotta di Salvini, il resto della rappresentanza sindacale ha prodotto un diverso comunicato per esprimere vicinanza anche a una cronista del Tg2 attaccata dal Pd e sui social perché, proprio mentre il cronista di Report incalzava un reticente Salvini sul Russiagate, ha sbrecciato con il microfono il muro dei colleghi intorno al ministro e posto una tempestiva domanda sulle tensioni con il M5S, grazie alla quale Salvini ha ritrovato la parola (per inciso è la stessa cronista che nello spazio di approfondimento del Tg2, ospite Giorgia Meloni, ha chiesto alla leader di Fratelli d’Italia: «Ci può essere par condicio tra il carabiniere ucciso e il ragazzo in carcere?». Par condicio, la nota posizione della sinistra sul caso).
Al Tg2 Salvini è sempre in prima fila. E quando non c’è lui, ci sono quelli che permettono al telespettatore di pensare bene a lui. Immigrati assassini. Immigrati criminali.
Immigrati indisciplinati. Immigrati e basta, talvolta è sufficiente.
«Meglio una faziosità limpida che una subdola neutralità», ha teorizzato Sangiuliano in una intervista al Foglio. E la sua è limpida come l’acqua dell’ampolla del Po. Anzi, come le sorgenti del Volga.