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 2019  agosto 06 Martedì calendario

Il figlio di Bruce springsteen fa il pompiere

Non è un ripiego, un’occupazione part-time per fortificare lo spirito e tornare alla vita dorata di figlio del Boss. Sam Springsteen ha 25 anni e fa il pompiere. È una cosa seria. Ci ha messo un sacco di tempo e di addestramento. Ha giurato, e finalmente sarà operativo in una caserma della Monmouth County, la contea del New Jersey che è il nido della famiglia. La madre Patti Scialfa gli ha fatto i complimenti su Instagram: «Grande, hai realizzato il tuo sogno».
Fare il vigile del fuoco, un sogno. Come tanti bambini, come Grisù nei cartoni. Ma qui si parla del figlio giovane di una leggenda della musica. Quello dei lavori normali, o comunque lontani dallo show-biz, sembra un vizio di casa: il fratello Evan, 29 anni, ha un posto a radio XM. La sorella Jessica, 27, è campionessa di equitazione. È vero che il salto a ostacoli non è come fare la panettiera o l’insegnante. Ma rispetto a tanti altri rampolli di star, gli Springsteen spiccano per una certa anonimità.
Canta la figlia di Sting, il figlio di Bono degli U2 sembra un clone del padre, gli orfani di Clarence Clemons, il Big Man della «E Street Band», appaiono tutti con uno strumento in mano. Accade in altri campi dello spettacolo: i figli di Tom Hanks sono nel cinema, le tre eredi di Meryl Streep attrici o modelle. I due rampolli di Leonard Cohen suonano e cantano. Qualche anno fa ottenne titoli sui giornali la vicenda di Ava Philipp: con una mamma chiamata Reese Withersppon faceva la cameriera in una pizzeria di Pacific Palisades. Ma durò un’estate: Ava adesso fa la modella. Come Brooklyn Beckham, il figlio del calciatore britannico. A 15 anni faceva il barista per tre sterline all’ora. Ma se lo cercate oggi, non lo trovate dietro il bancone ma nei panni di modello.
Seguire le orme dei genitori non è certo un delitto. Si cresce in un ambiente, si assorbono le passioni. Vale per casa De André come per casa Lennon, per i Marley come per i Kravitz. Fa notizia se i figli gemelli di Francesco De Gregori anziché scrivere canzoni aprono a Roma un negozio di dischi (rigorosamente vinili). Suona come una sorpresa se l’erede di Bob Dylan, Sam, fa l’avvocato a Los Angeles, specializzato nella difesa dei diritti delle persone LGBT. Alt, si tratta di un caso di omonimia: il vero Dylan junior fa il fotografo e «il figlio di Bob» a tempo quasi pieno.
L’altro Sam, sulla costa opposta degli Stati Uniti, è uno dei pochi che hanno preso una strada diversa. Pure l’erede di Björk, Sindri, 33 anni (che l’ha appena resa nonna), fa il giornalista in Islanda ma poi di sera va per locali suonando la chitarra in diverse band. In Brasile c’è la figlia di Gilberto Gil, Bela, 31 anni, che scrive libri di cucina.
Ma il caso del piccolo Springsteen è diverso. È fissato con i pompieri: vuole difendere la vita della comunità. Una missione per cui ha superato una selezione non da poco, risultando al 42° posto sui 961 professionisti del Jersey City Fire Department.
«È un sogno che si realizza», come ha scritto mamma Patti. Perché un sogno che non si realizza, cantava suo padre, «è una bugia». Aveva solo sette anni, Sam, al tempo della strage delle Torri Gemelle. Oltre 150 delle circa tremila vittime, in gran parte poliziotti e pompieri, venivano dalla Monmouth County, il posto di Bruce. È noto il legame tra il rocker e i firefighter dell’11 settembre, raccontato nell’album capolavoro The Rising. Qualcosa, nel racconto paterno di quegli eroi che salivano sulle Torri in fiamme per salvare la gente «through this darkness», con 30 chili di materiale sulle spalle, ha bucato il buio di quella tragedia. E ha dato al bambino Sam la traccia di un sogno. Orgogliosi di suo padre, orgogliosi di lui.