Corriere della Sera, 6 agosto 2019
L0India ha tolto l’autonomia al Pakistan
In pochi minuti l’India ha cancellato oltre 70 anni di storia. Nel 1947, dopo la tragica «partizione» dell’antica colonia britannica in due Stati – l’India a maggioranza induista e il Pakistan musulmano – una parte della regione himalayana del Kashmir, a maggioranza islamica, aveva accettato di rientrare nell’orbita di New Delhi a patto di ottenere uno statuto speciale. Un’altra parte ricadeva sotto l’amministrazione pachistana, secondo l’accordo strappato dall’Onu ai due giganti asiatici che rivendicavano, come oggi, ciascuno l’intera regione. Ieri il ministro degli Interni Amit Shah ha presentato in Parlamento un decreto che cancella l’articolo 370 della Costituzione, quello che riconosce più autonomia all’unica regione indiana a maggioranza musulmana: la possibilità di legiferare per conto proprio, una bandiera separata, un’indipendenza di governo (tranne che in politica estera e difesa). Soprattutto, vietava ai non residenti di acquistare case o terreni, di lavorare per il governo e concorrere per borse di studio.
Misure prese all’epoca per proteggere il carattere speciale di questo stato. Misure ora cancellate – ha spiegato il governo – per favorire l’integrazione in una regione che è rimasta instabile e facilmente infiammabile, come dimostrano le 4 guerre del passato e il perdurante conflitto a bassa intensità. Un provvedimento, che porta la firma del presidente, utile per indebolire la popolazione islamica e promuovere l’agenda di uno Stato induista cara al premier Modi, attaccano invece oppositori e osservatori. «Oggi il Bjp ha ucciso la Costituzione indiana» tuona Ghulam Nabi Azad, leader del partito del Congresso.
Di sicuro, una «missione compiuta» per il premier Modi che con il suo partito nazionalista indù aveva fatto della «liberazione» del Kashmir un cavallo di battaglia dell’ ultima vittoriosa campagna elettorale. A poche settimane dal voto, gli ha giovato parecchio la reazione muscolare avuta verso l’arcinemico Pakistan, che ha fatto temere un’escalation del conflitto tra le due potenze nucleari.
Ora la tensione è di nuovo alle stelle. Il ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi ha condannato la mossa di New Delhi come «illegale»: «Nessun passo unilaterale del governo indiano può cambiare lo status, la popolazione della regione non accetterà mai un tale cambiamento. Il Pakistan farà tutto ciò che è in suo potere per contrastare i passaggi illegali» avverte. Il premier pachistano Imran Khan ammonisce che la situazione «potrebbe esplodere in una crisi regionale».
Proteste anti India si sono tenute ieri a Islamabad e Karachi. La regione si infiammerà, prevedono i leader locali del Kashmir indiano. Ieri tre di loro sono stati messi ai domiciliari e la regione è stata isolata, con Internet e linee telefoniche fuori servizio.