Corriere della Sera, 5 agosto 2019
Intervista a Benedetta Pilato, la ragazzina che ha vinto l’argento ai mondiali di nuoto
Federica è l’amica di Benedetta, la compagna di giochi e anche di vasca. Solo un caso che si chiami come la «Divina» Pellegrini, l’altra Federica, mito del nuoto. Per Benedetta Pilato, 14 anni, argento al Mondiale di Gwangju, resta Fede e basta. Proprio come lei, che si sente Benny e punto. Gli affetti prima delle medaglie. «Siamo solo ragazzine appassionate di nuoto», dice. Benny e Fede, amiche del cuore come tante: una è famosa, l’altra meno ma è poco importante, «viviamo il quotidiano alla stessa maniera». Segno zodiacale Capricorno, testa dura e un sorriso che illumina. Personalità molto spiccata, ambizioni riposte in un cassetto, questo per Benedetta resta il tempo per vivere le emozioni. Come l’incredibile medaglia appena conquistata. Sentirsi grande a 14 anni è un lusso che non può e non vuole permettersi.
Benedetta, qual è il tuo sogno?
«Continuare a sentirmi leggera, libera di nuotare e migliorare i tempi. La strada per Tokyo è ancora molto lunga, ce ne saranno di sacrifici: poche uscite, niente feste, solo scuola e allenamenti, pagherò il prezzo per diventare una campionessa».
Lo devi più a te stessa, alla tua famiglia o al tuo allenatore?
«I miei genitori e il mio maestro (fratello maggiore) Vito D’Onghia mi hanno dato la possibilità di coltivare la mia passione ed è come se fossero con me quando sono in acqua. Poi sono io che alzo l’asticella e do il massimo per fare sempre di più. Ho fatto una promessa. E voglio mantenerla».
A quattordici anni le responsabilità sono un peso?
«Quattordici e mezzo. Sei mesi sono importanti alla mia età. Sono fortunata: il nuoto è ciò che voglio, è la passione che da piccola mi ha spinto in acqua. Papà racconta che le prime volte piangevo, faccio fatica a credergli. Andavo in piscina per fare terapia, avevo avuto una lussazione all’anca e all’epoca nessuno immaginava che l’acqua sarebbe diventata la mia casa. A quattro anni, poi, la prima gara. Quella sì che la ricordo. Avevo tanta ansia, poi dopo è stato un crescendo di sorrisi».
Sorridevi anche quando dovevi allenarti e non potevi stare con le amiche?
«Bè, un po’ meno. Mi rincresceva dire sempre no, qualcuna non capiva. Ma in acqua ero felice. Il resto non contava. Alle scuole medie ho imparato ad organizzarmi, razionalizzavo i tempi e alla fine sono sempre riuscita a ricavare uno spazio per le uscite, il gelato o il panino al pub».
Golosa?
«Molto, adoro i gelati soprattutto al pistacchio e alla nocciola. Mi alleno tanto quindi posso permettermelo, se così non fosse dovrei mettermi a dieta. E io odio le diete».
Libro o nuotata al mare?
«Non leggo tanto e quando vado al mare non sempre nuoto. L’adrenalina della vasca è un’altra cosa. Lì sono Benedetta per davvero».
Studio o piscina?
«Lo studio, neanche a pensarci. Sono stata promossa con la media dell’8, niente male no? Scherzi a parte credo che senza la conoscenza e la cultura non ci sia forza per vincere medaglie».
Saggezza da adulta.
«È ciò che penso, grazie anche agli insegnamenti dei miei genitori. Poi certo, ogni tanto capita di andare fuori binario ma ho ben presente cosa sono e soprattutto cosa voglio. Senza troppo stress».
Ti sei definita come la rana, un po’ pazza.
«Pazza sta per estroversa, istintiva. E anche permalosa».
Tacchi o sneakers?
«Solo sneakers, tuta e felpa. Non corro dietro alla moda».
E i social? Hai oltre 40 mila follower su Instagram.
«Mi piace condividere i momenti della mia vita e sono attenta: rispondo a tutti».
Smartphone quindi sempre tra le mani?
«No, non potrei. Ho i miei tempi e tra l’altro non mi piace chattare, ai messaggi rispondo sempre in ritardo».
Cuffiette per la musica?
«Quelle sì, la musica mi dà carica. C’è quasi sempre Jovanotti a farmi compagnia».
Film o serie tv?
«Stranger things e la Casa di carta, solo serie».
Nuoto e poi…?
«Famiglia e amici. Non guardo altri sport. Il calcio? Cristiano Ronaldo è proprio un bel ragazzo!».
Una confidenza, a mamma o a papà?
«A mamma, ma non le dico proprio tutto».