Corriere della Sera, 5 agosto 2019
Frank Zapata ce l’ha fatta. Ha attraversato la manica a bordo di una pedana volante in 22 minuti
Anni di preparativi, l’ultima settimana quasi senza respiro, concentrazione, determinazione, e alla fine Franky Zapata si scioglie in lacrime per la telefonata di Mat, 10 anni, il figlio: «Ce l’hai fatta, ti voglio bene, sei il migliore». Voce rotta dalla commozione: «Ha persino inventato per me un nome da supereroe…».
Signore e signori, ecco a voi «Red rocket». È Krystel la moglie, a rivelarlo al Corriere: agli occhi di un bambino il papà che ha appena compiuto l’impresa di attraversare la Manica a bordo della sua pedana volante è un «razzo rosso».
Applausi, flash, telecamere, questa domenica è sua: al secondo tentativo l’uomo volante ha preso quota dalla spiaggia di Sangatte, Nord della Francia, e in 22 minuti è atterrato a St.Margaret’s Bay, Sud della Gran Bretagna, mantenendo una velocità di crociera di 160-170 chilometri orari, a una media di 15-20 metri sul livello del mare. Stringendo i denti: «Vedevo l’Inghilterra che si avvicinava – ha raccontato Zapata – e cercavo di trarne piacere per non pensare al dolore: avevo le gambe che mi bruciavano!».
L’operazione di rifornimento che al primo tentativo, il 25 luglio scorso, l’aveva fatto cadere in acqua, è stata anche in questo caso complessa. «La barca si muoveva, ho tentato un primo approccio, fallito, ho riprovato e ci sono riuscito. A quel punto sapevo che il più era fatto». L’ha aiutato anche la piattaforma d’atterraggio che questa volta era più larga. Cambio di zaino-serbatoio (contiene cherosene solo per una decina di minuti di volo), rapida ripartenza, primo grido di gioia: «È fatta!»
E adesso? Krystel s’affretta a parlare di vacanze: «Un po’ di conferenze stampa, strette di mano, autografi e partiamo. Avevamo programmato gli Stati Uniti, vedremo». Passaggi in Italia? «Il mio compagno è per metà sardo, ci piacerebbe, ma non so quando». Messaggi dal presidente Emmanuel Macron? «Forse lo incontreremo».
Ha avuto paura per Franky, racconta, «è stato stressante, ma ora posso tirare un sospiro di sollievo». Non deve essere facile vivere accanto a un uomo così, lui stesso ha raccontato di aver dovuto salvare più volte il matrimonio… «È vero – ride ancora al telefono Krystel —, può essere stancante, ma è anche una vita appassionante, tutti i giorni diversa…».
Una nuova avventura è già all’orizzonte: la macchina volante entro la fine dell’anno. Zapata l’ha annunciata: «Manca la verniciatura e dei ritocchi di carrozzeria, ma ha volato». Bisogna ora testarla con tutti e dieci i mini-turboreattori in funzione. E non è detto che anche in questo caso le Forze armate francesi non siano interessate.
Come è noto dall’apparizione dell’uomo volante alla parata del 14 luglio, la Difesa ha investito 1,3 milioni di euro nel Flyboard. L’idea, a quanto ricostruito finora, è di utilizzarlo nelle operazioni speciali in zone urbane (attentati, per esempio, prese d’ostaggi): «Evacuare i feriti – spiega a Libération Emmanuel Chiva, direttore dell’Agenzia militare di Innovazione – trasportare munizioni o viveri. O anche farne una piattaforma d’assalto per i commando». È così che il primo tweet istituzionale viene dalla ministra della Difesa, Florence Parly: «Non è il ritorno degli Avengers, è proprio la realtà. Bravo Franky Zapata (…) Fiera del sostegno delle nostre Forze Armate all’innovazione».