Corriere della Sera, 5 agosto 2019
Iran, sequestrata un’altra petroliera che contrabbanda carburante
«Contrabbandava greggio». Con questa accusa i pasdaran hanno sequestrato un’altra petroliera, vicino all’isola di Farsi, a Nord-Ovest dello Stretto di Hormuz, dove ha sede una base navale iraniana. Nel comunicato rilasciato è stato spiegato che «trasportava carburante per 700 mila litri», mentre l’agenzia di stampa statale Irna ha parlato di un mercantile iracheno. Dettaglio però smentito dal ministro del petrolio iracheno.
L’imbarcazione è stata condotta nel porto iraniano di Bushehr e il suo carico consegnato alla Compagnia nazionale di distribuzione del petrolio. Il tutto mentre – come riporta la tv di Stato iraniana – «sette membri dell’equipaggio sono stati arrestati».
Torna dunque a salire la tensione nello Stretto di Hormuz. Si tratta del terzo mercantile straniero fermato nel Golfo Persico nell’ultimo mese per contrabbando. Il 14 luglio i pasdaran ne hanno bloccato un altro che trasportava un milione di litri di carburante a Sud dell’isola di Larak. La nave, battente bandiera panamense, appartiene a una compagnia degli Emirati, ma non è chiaro a quale Paese e a quale compagnia sia collegata. Sempre nel Golfo Persico, la Guardia Rivoluzionaria ha sequestrato il 19 luglio la nave cisterna britannica Stena Impero con l’accusa di «aver violato le regole di navigazione», elemento che Londra e la compagnia di navigazione smentiscono. Parallelamente la Marina britannica, al largo di Gibilterra, ha intercettato la petroliera iraniana Grace 1, bloccata da due settimane dalle autorità della Rocca, con l’accusa di trasportare greggio in Siria, in spregio alle sanzioni dell’Unione Europea al regime di Damasco.
La cattura della Stena Impero ha aggravato la crisi nel Golfo, tanto che Stati Uniti e Regno Unito hanno proposto di inviare una coalizione navale per scortare le navi. Di rimando, le autorità iraniane hanno avvertito come una maggiore presenza militare straniera non possa che far salire la tensione, già alta.
Quest’ultimo sequestro arriva dopo che gli Stati Uniti hanno incluso nella lista delle sanzioni il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, diplomatico di istruzione americana e negoziatore chiave per l’accordo nucleare del 2015 rigettato da Trump. Proprio ieri funzionari di Teheran hanno reso noto come il provvedimento sia arrivato dopo che Zarif si è rifiutato di incontrare Donald Trump. Circostanza confermata anche dal New Yorker, secondo cui il senatore Rand Paul ha avuto un colloquio con il ministro Zarif negli Usa il 15 luglio, consegnandogli, su mandato di Trump, un invito alla Casa Bianca.