il Fatto Quotidiano, 4 agosto 2019
Tutti i delitti dalla Manson family
I l 9 agosto 1969 gli “adepti” della Manson Family idearono ed eseguirono gli eccidi di Cielo Drive a Los Angeles, in California, in cui persero la vita l’attrice (e moglie di Roman Polansky) Sharon Tate, il suo amico e parrucchiere Jay Sebring, Abigail Fogler, Wojciech Frykowski e Steven Parent, uccisi a colpi di pistola e coltello. E quelli di Waverly Drive, in cui le vittime furono Rosemary LaBianca e suo marito Leno, assassinati con una forchetta.
UN LIBRO dello scrittore e architetto Mariopaolo Fadda, uscito in questi giorni –La famiglia Manson. Dall’es t at e dell’amore all’estate dell’orro – re (Odoya)– ripercorre la dinamica dei fatti partendo dalla complessa verità giudiziaria, dall’ambiente degli hippy californiani e dalle biografie dei protagonisti.Primo tra tutti il principe del male, un ragazzo cresciuto in una famiglia altamente disfunzionale che per i propri tornaconti mise insieme una comune di assassini: Charles Manson plasmò le menti del suo entourage grazie alla sua personalità carismatica (“ip – notica”) e all’ambiente in cui sesso libero e musica si alternavano a devastanti assunzioni collettive di Lsd. Il libro ricorda che Manson, nel variegato ambiente della L.A. di quel periodo, frequentò artisti del calibro di Michael Caine, Dennis Wilson (Beach Boys) e Neil Young. Proprio grazie a questi “giri di amicizie” c onobbe il produttore Terry Melcher che gli promise un posto al sole nello star system. Probabilmente proprio a causa della frustrazione delle sue ambizioni da rock star, Manson, mente degli omicidi, fece scatenare in quella particolare casa di Cielo Drive l’inferno (furono inferte ben 101 coltellate): la villa al numero 10050 era stata fino al febbraio del 1969 la casa di Melcher. IL SOSTITUTO p roc ur ato re Vincent Bugliosi è l’eroe di questa vicenda: durante il lungo e sfiancante processo dimostrò l’influenza che Manson aveva sul suo gruppo (soprattutto sulle giovanissime ragazze, spesso scappate di casa) e riuscì a collegare i suoi “sermoni” tra il disprezzo per l’establishment e il razzismo nei confronti degli afroamericani che a detta di Manson avrebbero scatenato una guerra aisimbolitracciatisullepareti delle ville con il sangue delle vittime. Tutti i membri della Famiglia che avevano preso parte agli omicidi furono condannati a morte, ma la pena fu commutata in ergastolo dopo l’abolizione della pena di morte in California: tuttavia, nessun giudice accordò mai loro la libertà condizionata. Nonostante le ripetute richieste Manson morì nel 2017 e il libro racconta anche il giallo sul suo cadavere conteso. Finì al nipote nato dall’unico figlio, poi morto suicida, del matrimonio di Manson (vari i figli nati da donne diverse). Le ceneri sono state disperse per evitare di creare un luogo di richiamo degli adepti. “La vicenda di Manson”, spiega l’autore, “dimostra come una ribellione che tenti di scardinare alla radice, anche nel modo più pacifico, un’intera società per crearne una nuova di zecca –fondata sull’assenza di princìpi morali, sull’uso indiscriminato delle droghe e sul ritorno a un mitico stato di natura –possa essere facilmente dirottata da uno psicopatico e da una banda di robot a lui asserviti lungo i binari della più selvaggia distruzione”