il Fatto Quotidiano, 4 agosto 2019
La Abbagnato è dispotica con i suoi ballerini. Li insulta e li manda a quel paese. La rivolta dei sindacati
La sua è una storia di successo, frutto di talento, disciplina, determinazione, energia: Eleonora Abbagnato, prima ballerina italiana nominata étoile dell’Opéra di Parigi, direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Il suo nome evoca arte, leggerezza, eleganza. Acclamata sulle scene di tutto il mondo, dal Giappone al Canada, dalla Russia agli Stati Uniti; interprete delle coreografie dei più grandi maestri: Roland Petit, Pina Bausch, William Forsythe, John Neumeier, Jiri Kylian, Jerome Robbins, Maurice Béjart, Yuri Grigorovitch, José Montalvo, solo alcuni dei nomi che compaiono nel suo curriculum.
Ecco, ora chi potrebbe mai immaginarla sul palcoscenico delle Terme di Caracalla, sede estiva del Teatro Costanzi, mentre si esibisce nel gesto dell’ombrello rivolto ai suoi ballerini? Un rapporto complicato, secondo le voci che si rincorrono dietro le quinte, quello tra la direttrice e il suo corpo di ballo, con scontri non inusuali, l’ultimo messo agli atti in una lettera siglata dai sindacati dell’Opera, indirizzata all’etoile, al sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera, Carlo Fuortes, e al direttore del personale, Alessandra Bazoli. La scena è datata 25 luglio, prove del Romeo e Giulietta, stasera alla sua ultima rappresentazione. Ad accendere la scintilla di quello che, secondo fonti sindacali, sarebbe solo un episodio tra i tanti, la richiesta di un tersicoreo di provare ancora una volta la sua parte, richiesta che sarebbe stata serenamente accolta dal coreografo Giuliano Peparini, ma che avrebbe scatenato le ire della direttrice. L’Abbagnato “si è rivolta alla compagnia con epiteti ingiuriosi, gravemente lesivi della dignità personale e professionale dei ballerini e in palese violazione dell’art. 6 del vigente Codice Etico”, si legge nella lettera-denuncia firmata dalle rsu del teatro (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials). “Epiteti” cui sarebbero seguite “minacce circa la stessa attività lavorativa di alcuni componenti del corpo di ballo: “Col c… che vi rinnovo il contratto!” (il 60 per cento dei contratti sono a tempo determinato). Precedentemente – continua la lettera – “la signora si era rivolta all’intera compagnia con un esplicito ‘andate tutti a fare in c…’, mimando l’offensivo cosiddetto gesto dell’ombrello”. Tutto messo nero su bianco nella lettera della Rsu. L’ira dell’Abbagnato non avrebbe risparmiato nemmeno la Fondazione (“pubblicamente definita dalla sig.ra Abbagnato, in quella stessa occasione ‘teatro di merda’”, recita ancora la missiva). “Speriamo che la direzione del teatro prenda provvedimenti, applichi le procedure previste dal regolamento disciplinare, che prevede la sospensione dal lavoro, tanto più in ragione delle diverse e pretestuose contestazioni disciplinari ai lavoratori messe in atto dall’attuale gestione – dice Fulvio Martis dello Slc Cgil –. Di questa situazione pare, intanto, siano stati informati anche il Mibac e il Campidoglio, i principali azionisti della Fondazione Teatro dell’Opera”.
Nell’assemblea convocata su richiesta degli artisti, alla presenza anche della Bazoli e della responsabile dell’ufficio produzione, Silvia Cassini, la direttrice si sarebbe inizialmente scusata, adducendo lo stress come giustificazione, “salvo poi tornare ad addossare la responsabilità dell’accaduto a presunte mancanze del corpo di ballo”. Eleonora Abbagnato, che ci risponde al telefono mentre sta lavorando alla sua prossima prova artistica (“Sono impegnata nelle prove con il maestro Baryshnikov”), preferisce non commentare l’accaduto. Mentre la Fondazione – che, con l’accordo del sindaco di Roma, Virginia Raggi, le ha da poco rinnovato l’incarico confermandola alla direzione del corpo di ballo fino al 2021 – si èlimita a una dichiarazione secca: “É in corso un’indagine per verificare il contenuto di quella lettera”. Sipario.