Corriere della Sera, 4 agosto 2019
Gli italiani pagano 552 euro in più di tasse riespetto alla media Ue
Una sequenza di cifre che spiega perché nei sondaggi gli italiani preferiscono una riduzione delle tasse, anche a rischio di mettere in difficoltà la tenuta dei conti pubblici. Rispetto alla media versata dagli altri europei nel 2018 i cittadini italiani hanno, del resto, pagato 33,4 miliardi di euro di tasse in più. In termini di Pil (Prodotto interno lordo) è un valore che si traduce in quasi due punti della ricchezza prodotta ogni anno in Italia. Di fatto vuol dire che ogni italiano corrisponde al fisco 552 euro in più rispetto alla media dei cittadini residenti nel resto del Vecchio Continente. I calcoli su quanto le tasse pesino di più in Italia che altrove è stato elaborato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha messo a confronto la pressione fiscale dei 28 Paesi dell’Ue. «Il tempo degli slogan e delle promesse è terminato – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi di Cgia, Paolo Zabeo —. Con la prossima manovra di Bilancio è necessario uno scossone che riduca nel giro di qualche anno di 3-4 punti percentuali le tasse. Considerata la situazione dei nostri conti pubblici, l’intervento sarà praticabile solo abbassando, di pari importo, la spesa pubblica improduttiva e una parte dei bonus fiscali». La Cgia non fa mistero che troppo tasse, oltre a gravare sulla tenuta delle famiglie e delle imprese, hanno generato circoli viziosi nel sistema economico. Un effetto che si farebbe sentire, per esempio, sulla dinamica della domanda interna e degli investimenti. Nel corso del 2018, ricorda la Cgia, solo Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia hanno pagato mediamente più tasse rispetto all’Italia. Vale però ricordare che al fisco italiano sfuggono ogni anno circa 209 miliardi di euro di economia in «nero».