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 2019  agosto 04 Domenica calendario

Il crimine d’odio fa strage: sedici attacchi solo nel 2019

Sedici attacchi nel solo 2019. Il penultimo al Festival dell’Aglio a Girloy, in California dove ha agito un giovane con simpatie per l’estrema destra e un profilo tuttavia confuso. Infatti l’Fbi non ha ancora compreso il movente. Poi, a seguire, il tiro sui clienti del centro commerciale a El Paso. Qualche esperto che segue questo fenomeno è arrivato ad ipotizzare che esista il contagio, qualcosa di più dell’emulazione. Con episodi ravvicinati nel tempo dove qualcuno apre il fuoco su persone inermi. Quasi che ci fosse un’ispirazione diretta, istantanea. Così scuole, posti di lavoro, luoghi della vita quotidiana sono trasformati in un’arena di sangue. Alcune di queste stragi americane hanno una motivazione politica. C’è il terrorista che si richiama all’Isis. Non è riuscito a raggiungere il Califfato e apre il fronte in America. Molto più spesso agiscono terroristi interni. Bianchi, xenofobi, misogini. Si radicalizzano in fretta in nome del suprematismo, trangugiano ideologie, non di rado lasciano degli appelli per invitare altri a seguirli in questi assalti. Video, post sulla rete diventano «testimonianze», percorsi da imitare. Una minaccia in espansione dagli Stati Uniti al resto del mondo occidentale. Purtroppo sottovalutata, nascosta dietro cavilli giuridici per non classificarla come atto di terrorismo. In queste ore sulla rete sta circolando un documento – da verificare – del presunto killer in Texas, identificato come Patrick Crusius. È un manifesto dove sostiene di aver agito in risposta all’invasione ispanica e fa riferimento al massacro di Christchurch, in Nuova Zelanda, dove un neonazista ha preso di mira le moschee. L’assassino addossa la colpa agli immigrati, denuncia la distruzione dell’amato Texas, usa slogan semplici che però fanno presa e non è difficile leggerli ogni giorno sui social, se la prende con democratici e repubblicani. Scrive che l’inazione non è un’opzione, dunque è necessario reagire. L’omicida compatisce«i camerati europei»perché non hanno armi a disposizione e devono assistere alla fine del continente senza fare nulla. Dice anche di essere preparato di recente e in modo sommario, ma non importa perché ciò che conta – come per un seguace dello Stato Islamico – è l’azione stessa. Meticoloso spiega il tipo di arma usato, un WASR 10, la versione romena del Kalashnikov. Il fucile identico a quello impiegato dal killer di Girloy. Le prossime ore serviranno a capire se è davvero lui lo sparatore e l’eventuale «cornice». Per gli investigatori è spesso complicato decifrare la personalità degli assassini in quanto possono mescolare motivazioni personali e spinte politiche. Ibridi pericolosi, capaci di uccidere, che arrivano silenziosi sui loro bersagli esposti e indifesi.