ItaliaOggi, 3 agosto 2019
Diritto & Rovescio
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Il pd Carlo Calenda, europeista come pochi altri in Italia, se l’è presa motivatamente (vedi servizio di Carlo Valentini a pag. 7) con l’ex sottosegretario italiano ai rapporti con l’Europa, Sandro Gozi, che adesso ha accettato di lavorare nell’équipe di Macron. Ma le colpe di Gozi sono ben più gravi. Egli aveva avuto l’incarico, dai governi Renzi e Gentiloni, di difendere gli interessi italiani nell’Unione europea. Interessi che differivano visibilmente da quelli difesi dalla presidenza della repubblica francese e, in particolare, da Macron. Se, uscito dal governo Gentiloni, Gozi è stato subito premiato da Macron con la candidatura nel suo partito («En marche») in Francia, sorge il dubbio: da sottosegretario italiano, Gozi ha servito meglio l’Italia o la Francia? Visto che Macron non fa niente per niente. E se, dopo essere stato trombato alle elezioni in Francia, Macron ha deciso di salvare Gozi, inserendolo nella sua équipe, il dubbio cresce ancora di più. Non si tratta, come chiedono alcuni, di revocargli la cittadinanza italiana. Schiocchezze. È il Pd che, se avesse la faccia, dovrebbe espellerlo.