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 2019  agosto 03 Sabato calendario

Al Google camp di Selinunte, tra i discorsi sul clima e i 140 jet privati dei vip

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Non arrivano con i vecchi vapori come ai tempi di Garibaldi perché lo sbarco in Sicilia stavolta si fa con una flotta di 150 jet privati e decine di mega yacht con elicotteri che volano fra porticcioli, templi greci e resort esclusivi. Ecco i Vip del mondo in festa. Di ritorno per il terzo anno consecutivo con i gran cerimonieri di Google Camp nell’isola dove il lusso ha per sfondo scorci selvaggi di ginestre e fichidindia fra i templi sul mare di Selinunte.
Un’occasione per meeting top secret, per concerti riservati, per gustare i raffinati piatti della famosa star della cucina indiana, Ritu Dalmia, ma con l’emozione di accostarsi pure alla carrettella colorata di Filippo Guarino, l’ambulante che dalle stradine di Castelvetrano è stato catapultato all’interno del cerchio superprotetto del parco archeologico per offrire le sue granite a Larry Page e Sergey Brin, diciamo così i padroni di casa, i capi di Google.
Gentili con il creatore di Facebook, Mark Zuckerberg, con Bill Gates, fondatore e presidente onorario di Microsoft. Certi di non ritrovarsi con brutte recensioni su TripAdvisor ed Expedia, avendo inviato il padrone dei due network, Barry Diller. Arrivato con la moglie Diane von Fustenberg, la Signora della Moda, a bordo di un enorme yacht Eos da 200 milioni di dollari, vele e due motori diesel da 2.300 cavalli.
Guai a chi parla. Contratti firmati con clausola «bocca cucita» anche per il direttore del Parco, Bernardo Agrò, invitato alla cena fra il principe William d’Inghilterra e la consorte, la duchessa di Cambridge Kate Middleton, fra John e Lapo Elkann, fra Sting, Elton John, John Legend e Chris Martin, il frontman del gruppo musicale Coldplay le cui note echeggiavano oltre la «zona rossa» sorvegliata da un centinaio di addetti alla sicurezza sotto una torre con sensori anti-drone e faro da sparare contro eventuali zoom.
Tutto a protezione di miliardari come il fondatore di Dreamworks David Geffen che sul suo yacht da 400 milioni di dollari ha dato passaggio alla cantante Katy Perry e a Orlando Bloom, l’attore del «Signore degli anelli».
Per il resto il riserbo ammanta questa settimana segnata dall’arrivo di 114 superjet all’aeroporto di Palermo e di 40 a Trapani con i potenti che nel magico resort di Rocco Forte, a Sciacca, discutono anche di ambiente e riscaldamento globale. Quindi della «grande minaccia per le generazioni future», giusto per ripetere un refrain caro a Leonardo DiCaprio, richiamato nel commento sornione del New York Post, pronto a cogliere però la contraddizione di star e dirigenti di multinazionali che atterrano con 150 jet e finiscono per avvolgere l’atmosfera di anidride carbonica. O forse così sosterrebbe la piccola grande Greta che per approdare all’Onu annuncia di volere attraversare l’oceano a vela.
Le polemiche sfiorano appena una kermesse che andrà avanti fino a domani, senza trovare spazio in un’isola dove si capitalizza l’eco di questi grandi appuntamenti, come spiega il sindaco di Agrigento Lillo Firetto: «Con Google o con le sfilate di Dolce e Gabbana ecco una leva per il turismo d’élite...». E forse non è un caso che Rocco Forte stia investendo 50 milioni per rifare sempre più lussuose le suite di Villa Igiea a Palermo, mentre si ristrutturano altri grandi alberghi come le Palme di Palermo o il San Domenico di Taormina.