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 2019  agosto 02 Venerdì calendario

Il 72 per cento degli italiani vuole tornare a votare

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Lega e M5S continuano a litigare. Il nuovo tema di scontro è la giustizia. Ma la crisi di governo non è alle porte. Così sembra. Eppure gli elettori sono arrivati alla conclusione che questo governo sia al capolinea e che sia meglio tornare a votare. È il risultato dell’ultimo sondaggio di Winpoll condotto la scorsa settimana. Non è del tutto una novità perché già a maggio in un sondaggio simile il 64% degli intervistati aveva risposto nello stesso modo.
In questo sondaggio la percentuale è salita. Adesso è il 72% a preferire il voto alla continuazione dell’attuale governo. È una opinione condivisa dalla maggioranza degli elettori di tutti i maggiori partiti, con la sola eccezione di quelli del M5S. Questo dato però nasconde un piccolo mistero.
Che addirittura l’ 88% degli elettori pentastellati preferiscano che, nonostante tutto, il governo Conte vada avanti non è difficile da spiegare. Visto che in Parlamento rappresentano oltre il 30 % degli eletti mentre i sondaggi li danno intorno al 15% dei voti, è razionale che non vogliano nuove elezioni. Ma perché gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia dovrebbero preferire il ritorno al voto ? In questo sondaggio, e in altri usciti recentemente, le intenzioni di voto alla Lega vengono stimate tra il 37 e il 39 per cento. Nel nostro caso al 38,9. Aggiungendo a questa cifra la percentuale stimata per Fratelli d’Italia, cioè il 7,4, si arriva al 46,3 per cento. Con questi numeri è praticamente certo che in caso di voto anticipato i due partiti otterrebbero insieme la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le camere. Forse gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia non lo sanno. Deve essere un difetto di informazione che li spinge a favorire la vittoria di Salvini alle urne.
Nel caso degli elettori di Berlusconi, però, potrebbe esserci dell’altro. Dietro la loro preferenza per le elezioni anticipate potrebbe nascondersi la speranza che Salvini alla fine si convinca che sia meglio per lui mettere insieme tutte le componenti del centro-destra e quindi anche Forza Italia, in una coalizione pre-elettorale inclusiva. Un ritorno ai vecchi tempi, con la Lega al posto che una volta era di Forza Italia. Questa ipotesi non è fondata. Come ha fatto capire in tante occasioni, Salvini non ha nessuna intenzione di allearsi a livello nazionale con Forza Italia. Berlusconi rappresenta quel vecchio mondo da cui la Lega di Salvini vuole prendere le distanze. E, come si vede nel nostro sondaggio, i suoi elettori sono d’accordo con lui. Il 64% preferisce che in caso di elezioni anticipate la Lega si allei solo con Fdi, e altri del centro-destra, ad esclusione di Forza Italia. Solo il 18% vorrebbe includere il partito di Berlusconi. Nel sondaggio di maggio questi ultimi erano il 30 per cento. La vecchia alleanza continua a perdere appeal. E questo è vero anche per gli elettori di Fdi, anche se tra di loro la percentuale di chi vorrebbe un centro-destra inclusivo (il 35%) è più alta che tra gli elettori della Lega. Per gli elettori di Forza Italia l’atteggiamento dei loro vecchi alleati è indubbiamente una brutta notizia, visto che addirittura l’85% di loro vorrebbero proprio quella alleanza che gli altri rifiutano.
Resta il caso degli elettori leghisti. Il 58 % di loro vuole le elezioni anticipate. Sono pochi o sono molti ? Intanto c’è da dire che sono cresciuti rispetto a qualche mese fa. Certo, se confrontiamo questa percentuale con quella, per esempio, degli elettori Pd e se aggiungiamo la considerazione che il voto anticipato li premierebbe sono relativamente pochi. Visto che i numeri li danno vincenti perché molti non vogliono andare a votare ? D’altro canto però occorre sottolineare che si tratta di elettori di un partito il cui leader è manifestamente contrario ad aprire la crisi. E da questo punto di vista non si può dire che siano pochi. In ogni caso, pochi o molti che siano, il fatto è che il 42% di loro non vuole le elezioni anticipate. Forse è la prudenza. Forse molti non sono convinti che una crisi di governo porti al voto. Altri forse non si fidano dei numeri attuali che li danno vincenti e preferiscono aspettare. Sta di fatto che la loro prudenza è condivisa dal loro leader. Anche Salvini non sembra avere fretta. Le occasioni per aprire una crisi non sono mancate. Ma il leader non ne ha approfittato. Le tendenze elettorali in atto gli danno ragione. La Lega continua a crescere, nonostante i passi falsi moscoviti. Anche Fdi, il futuro alleato, sale e ha superato Forza Italia che continua a sfarinarsi. Il Pd di Zingaretti con il suo 23,3% non va male ma non ha prospettive e quindi non rappresenta un pericolo. E allora forse è meglio superare lo scoglio della prossima legge di bilancio insieme agli attuali alleati e intanto consolidare la crescita nei collegi elettorali del Sud. Poi si vedrà.