Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 02 Venerdì calendario

Ricostruito il Dna del drago Komodo

QQ8
Grazie ai ricercatori italiani dell’Università di Padova e di Firenze, facenti parte di un team internazionale, è stato ricostruito per la prima volta il Dna del drago di Komodo, la più grande lucertola al mondo che vive solo su 5 isole del sudest indonesiano, e che può raggiungere i 3 metri e mezzi di lunghezza e un peso di oltre 80 Kg. La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientifica Nature Ecology & Evolution, ha sequenziato l’intero genoma del Varano di Komodo (Varanus komodoensis) ricostruendo così la sua storia evolutiva di milioni di anni. Nonostante le sue grandi dimensioni è un animale estremamente agile e con doti molto particolari «sopporta la fatica quasi fosse un mammifero, ha un olfatto migliore di qualsiasi altro rettile e una saliva velenosa che lo colloca non troppo distante dai serpenti». Il lavoro svolto, durato molti anni, si è distinto per le tecniche d’avanguardia, come spiega Claudio Ciofi, ricercatore fiorentino: «Siamo arrivati a produrre un genoma ad alta definizione e a identificare alcune caratteristiche fisiologiche e metaboliche molto peculiari per un rettile. Il Dna ha rivelato l’elevata resistenza aerobica dei varani di Komodo, oltre a caratteristiche del metabolismo e della fisiologia cardiovascolare che spiegano la capacità di sostenere sforzi fisici prolungati, rispetto agli altri rettili, nella caccia alle prede o nei combattimenti tra maschi durante il periodo dell’accoppiamento». Inoltre aggiunge Tomaso Patarnello, dell’Università di Padova: «I varani di Komodo sono caratterizzati da una saliva velenosa, con proprietà anticoagulanti che ne rendono il morso micidiale e mortale per la cattura delle prede. Tuttavia, sembra che i varani stessi siano immuni dagli effetti della propria saliva, un fenomeno documentato durante gli scontri tra maschi, e questo probabilmente proprio grazie alle pressioni selettive che abbiamo individuato durante il nostro lavoro». Un altro aspetto emerso dallo studio riguarda l’evoluzione, in termini genetici, di alcuni recettori di organi legati all’olfatto. «Un processo che è iniziato 5 milioni di anni fa e permette oggi ai varani di localizzare prede e carcasse, oltre ad altri varani di sesso opposto a diversi chilometri di distanza, e di riconoscere pure i loro parenti». Poi «la nostra analisi ha dimostrato che nei draghi di Komodo, molti dei geni coinvolti nel modo in cui le cellule producono e usano l’energia sono cambiati rapidamente in modi che aumentano la capacità aerobica della lucertola. Questi cambiamenti sono la chiave della capacità del Komodo di arrivare a un metabolismo vicino a quello dei mammiferi. In grado di sostenere un’attività aerobica, nuotare, correre o camminare per distanze lunghe. Il nostro studio ci ha mostrato che il segreto sta in questi adattamenti mitocondriali per aumentare la loro gittata cardiaca».