La Stampa, 2 agosto 2019
Ebola, 1.800 vittime in un anno
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Il Ruanda ha chiuso le frontiere con la Repubblica Democratica del Congo per diverse ore per evitare la diffusione del virus Ebola che continua a mietere vittime nel Paese centrafricano. Nelle giornata di ieri ci sono stati altri due casi, arrivando così a quattro a Goma, città di due milioni di abitanti, proprio al confine con il Ruanda. Si tratterebbe della figlia di un minatore morto la scorsa settimana a causa della febbre emorragica e della moglie di un uomo deceduto nei giorni scorsi per l’Ebola. Il mese scorso, invece, era stato infettato un sacerdote, deceduto poche ore dopo. L’inizio dell’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo risale allo scorso agosto. A oggi le vittime sono 1.800 e i casi accertati 2.700. Si tratta della più grave epidemia nella storia del Paese che dal 1979 ha vissuto numerosi focolai di Ebola, virus nato nell’allora Zaire. Fino a poche settimane fa le autorità sanitarie erano riuscite a contenere il virus nelle aree rurali, in prossimità delle città di Beni e Butembo. I primi casi in una grande città hanno fatto scattare l’allarme e anche l’Organizzazione Mondiale per la Salute, dopo una fase di incertezza, ha dichiarato «l’emergenza internazionale». In queste ore si stima che i nuovi casi siano 12 al giorno.
Frontiere temporaneamente chiuse
«La decisione di chiudere le frontiere con la RD Congo è stata presa per limitare tutti gli spostamenti non necessari», aveva spiegato Gilbert Habayarimana, sindaco di Rubavu, località ruandese al confine con la RD Congo, al momento del provvedimento successivamente annullato. A distanza di qualche ora, infatti, il Ruanda ha fatto sapere che il confine era stato riaperto. La posizione di Kigali aveva sollevato numerose critiche da parte delle autorità congolesi che sostenevano che la direttiva era in contrasto con quanto precedentemente affermato dall’OMS. A Ginevra si era infatti stabilito di non limitare gli scambi commerciali tra i due Paesi. La decisione di chiudere le frontiere aveva preoccupato particolarmente i tanti venditori ruandesi, che si vedevano costretti a fermare le attività. «È una pessima notizia per il mio business – aveva detto alla Bbc Ernest Mvuyekure -. L’Ebola è terribile, ma ho più paura di morire di fame». Una tesi condivisa anche da altri.
Dall’inizio dell’epidemia 161mila persone sono state vaccinate, ma la mancanza di fiducia nei confronti degli operatori sanitari e le scorte limitate stanno rendendo difficile la campagna di vaccinazione. A questo si aggiunge l’instabilità nella regione. —
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