la Repubblica, 2 agosto 2019
alla camera si litiga sull’allattamento
001QFFQ1
«Allattare fa bene, alla mamma e al bambino, non consentirlo in quest’Aula è una discriminazione che non posso sopportare!» sbotta «da pediatra» il dem Paolo Siani fra i buu della destra e gli applausi della sinistra. «Non sono d’accordo, il microclima qui dentro è paurosamente insalubre, fuori da ogni tutela igienica per una piccola creatura che ha necessità di silenzio, d’aria pulita, di condizioni totalmente diverse da quelle che questo ambiente gli può garantire», replica «da direttore medico di un ospedale pediatrico» il grillino Giorgio Trizzino, fra le urla di giubilo di leghisti e forzisti.
Cronaca di una mattinata surreale a Montecitorio. Trasformato alla vigilia delle ferie in una curva da stadio divisa sul diritto di allattare in Parlamento: consentito all’estero ma non Italia, dove vige anzi un divieto che impedirebbe alle rappresentanti del popolo di svolgere appieno il loro mandato. Impossibilitate a essere presenti al momento del voto, quando coincide con il sacrosanto dovere di nutrire l’infante. È la tesi contenuta nell’odg al bilancio della Camera presentato dalla 5S Paola Carinelli «per superare un tabù che sia d’esempio per tutti».
Materia incandescente che scatena gli uomini, spacca le donne e frantuma in modo trasversale i gruppi politici tranne la Lega, compattamente contraria pur senza esprimersi. Chi invece ufficializza le sue divergenze è manco a dirlo il Pd, costretto a lasciare libertà di coscienza dopo averne discusso in chat per due giorni senza trovare una posizione unitaria. Al centro della diatriba, la modifica al regolamento per permettere alle madri elette di fare in simultanea ciò che adesso è inibito: offrire il seno al poppante e pigiare il pulsante. Richiesta tuttavia limitata solo a quel preciso istante, non all’intera durata della seduta: allattare mentre Tria illustra la Finanziaria o Salvini riferisce su Moscopoli continuerebbe a restare interdetto.
Due ore di dibattito sull’importanza del succo materno, del messaggio che il Parlamento dovrebbe mandare, anche se pure i pannolini sporchi hanno la loro rilevanza «e quindi che facciamo? Mettiamo i fasciatoi fra gli scranni?» provoca il forzista Cortellazzo. Per non parlare della salute del neonato che un emiciclo attraversato da risse, sudorazioni eccessive e batteri diffusi via starnuti e influenze potrebbero mettere in pericolo. Meglio allora non portarlo dentro. Ci prova a proporlo il questore grillino Federico D’Incà: «Io ho una figlia di tre anni e mia moglie allatta ancora, figurarsi se non sono favorevole, però l’odg va riformulato», ammette nel brusio generale.
Nel conto va messo pure il disagio del seno desnudo: «È una cosa naturale», tuttavia «anche le avvocate allattano in ufficio, ma certo non vanno a farlo nella sala riunioni!» punge l’azzurra Ravetto a cui i suoi fanno la ola. Ma Boldrini insiste. Fratoianni pure. La Serracchiani allarga il discorso a tutte le dipendenti della Camera. Finché Giorgia Meloni non lancia l’idea – ricavare una stanza a ridosso dell’Aula, dotata di collegamento telematico per votare – che d’incanto mette tutti d’accordo. «Io sono una di quelle donne che non si è potuta “permettere” la maternità; mi sono trovata ad allattare mia figlia ovunque; fino a un anno e tre mesi l’ho fatto su treni, aerei, in mezzo alla strada» rivela. «Comunico ufficialmente che si possono allattare i figli senza far vedere i propri seni al genere umano, senza fare scene discinte» graffia. «Si può fare perché siamo nel terzo millennio e abbiamo imparato a farlo. Quindi, attenzione al messaggio che diamo sulla maternità» punzecchia i puritani mentre i suoi si spellano le mani. «E da madre dico che una donna sa dove può allattare suo figlio», ora pure il Pd applaude. «Non ci sono luoghi salubri e insalubri: le madri, più di chiunque altro, lo sanno». L’intero emiciclo sospira di sollievo. La dem Madia dà ragione all’avversaria, Quartapelle idem. Alla fine pure il presidente Fico è contento: la proposta verrà esaminata dalla giunta per il regolamento nella prima riunione di settembre. La poppata è salva. Ma fuori dall’Aula.