ItaliaOggi, 1 agosto 2019
Merluzzo al collasso, pesca vietata nel Baltico
022QXXQ0La commissione europea ha deciso di vietare, fino nel 31 dicembre 2019, nel Mar Baltico orientale la pesca del merluzzo, accogliendo di fatto la richiesta della Svezia che aveva denunciato l’esistenza di una situazione al collasso che vede il merluzzo sempre più piccolo (la taglia media è scesa da 45 centimetri a 30 cm in 20 anni) e le uova meno numerose e più fragili con una mortalità elevata. E non certo a causa della pesca intensiva. La mutazione è dovuta a molteplici fattori. I pescatori svedesi l’anno scorso non sono andati oltre un quarto della quota concessa loro dalle autorità svedesi nel Mar Baltico orientale, secondo quanto ha riportato Le Monde. Se nel periodo 1980-1985 si pescavano 340 mila tonnellate l’anno di merluzzo si è scesi a meno di 20 mila tonnellate nel 2018, ben al di sotto delle 28 mila tonnellate fissate da Bruxelles.Il divieto deciso d’urgenza dalla Commissione Ue, dopo quello del 1992, necessario, ma non sufficiente a risolvere la situazione, è il segnale, per i ricercatori, che il crollo dello stock di merluzzo non è troppo lontano. Da dieci anni i pescatori non arrivano più a pescare le proprie quote, ha confermato a Le Monde, Conrad Stralka, direttore della Fondazione BalticSea2020 che ha sede a Stoccolma. Ciò nonostante, la commissione europea ancora quest’anno ha fissato un tasso di pesca superiore del 50% a quello che avevano raccomandato gli scienziati del Consiglio internazionale per lo sfruttamento del mare (Ciem), secondo quanto ha riportato Le Monde. Va male per il merluzzo (sempre più piccolo, affamato e preda dei parassiti) e va male per i piccoli pescatori. «Mai la situazione è stata così grave». Su questo sono tutti d’accordo: pescatori, scienziati e Ong. Esistono due stock di merluzzi nel Mar baltico: il più piccolo a Ovest dell’isola danese di Bornholm, che va ancora relativamente bene; e quello più grande, a Est, al confine con la Svezia, da quando due delle tre zone di riproduzione sono prive di ossigeno. Queste zone morte, della grandezza pari a quella della Danimarca, sono il risultato dell’eutrofizzazione, un eccesso di nutrimento nell’acqua, causato dall’agricoltura intensiva e dall’industria intorno al Mar Baltico nella seconda metà del XIX secolo. Una maledizione, perché non avrebbe portato che effetti negativi secondo Henrik Svedäng, ricercatore al dipartimento delle risorse acquatiche dell’università di agraria di Stoccolma. Nel breve periodo, la forte concentrazione di nutrimento ha contribuito a triplicare lo stock di merluzzo dopo la seconda guerra mondiale, ma poi, quello che sembrava essere positivo si è rivelata una maledizione, ha detto a Le Monde, Vesa Tschernij, responsabile del progetto al centro marittimo di Simrishamn, il primo porto del sud-est della Svezia. Improvvisamente tutti si sono messi a pescare merluzzi, le autorità distribuivano sovvenzioni per sviluppare flotte di pescherecci industriali e si è passati dalla qualità alla quantità. Le vendite all’asta sono scomparse e t. E i ricercatori del Ciem hanno suonato l’allarme più di una volta senza essere ascoltati.