il Giornale, 1 agosto 2019
Intervista a Silvio Berlusconi
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Presidente, che sta succedendo. Lancia un nuovo predellino?
«Non è un altro predellino, ma, come allora, sento il dovere di fare qualcosa, di non assistere passivamente al deteriorarsi della situazione politica nel nostro Paese».
A cosa si riferisce, scusi?
«A questa gente al governo, ai rapporti personali tra i protagonisti dell’esecutivo, alle loro posizioni contrapposte su ogni tema, dalle infrastrutture alla giustizia, dall’autonomia alla immigrazione, all’isolamento dall’Europa, alla stagnazione dell’economia, al decrescere dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese, alla fuga degli investitori stranieri, al nostro isolamento dall’Europa, alla disoccupazione generale e quella dei giovani che in 285mila sono dovuti espatriare per cercare altrove quel lavoro che non hanno trovato a casa nostra».
Lo fermerete con l’Altra Italia?
«Nella situazione in cui siamo ridotti noi sentiamo il dovere di dare una struttura a quella che abbiamo chiamato l’Altra Italia, la Vera Italia e di realizzare una federazione dei partiti, dei movimenti e della realtà civiche di centro-destra o vicine al centro-destra. Ho voluto rivolgere un appello all’Italia responsabile, seria, costruttiva, ripeto, quell’ altra Italia, l’Italia vera che oggi è pressoché priva di rappresentanza politica, perché non va a votare o disperde il suo voto».
Altra Italia è una nuova Forza Italia, una sua costola o cosa?
«Non parliamo di fondare un nuovo partito, ma di creare una federazione tra soggetti di centro-destra, liste civiche, personalità o associazioni che si ispirano alle idee e ai valori liberali e cristiani e alle tradizioni democratiche e garantiste della civiltà occidentale. Di quest’area politica Forza Italia è parte costituente essenziale ma non intende assumere alcun ruolo egemonico. Ciascuno potrà dare il suo contributo di idee e di energie e si vedrà riconosciuta pari dignità».
C’è qualcuno che ha già aderito al suo nuovo progetto?
«Sono contento che già poco tempo dopo la nostra uscita molte realtà politiche e civiche e personalità di primo piano abbiano risposto positivamente al nostro appello. Altri si sono interessati e ci raggiungeranno: siamo solo all’inizio di un percorso. È il segno che c’è una grande voglia di darsi da fare per liberare l’Italia da questa situazione assurda e disastrosa».
Tutto questo alla vigilia della decisione sulle primarie di Forza Italia. Ci saranno o a questo punto si cambia strategia?
«Deciderà il tavolo delle regole, cioè i dirigenti del mio partito che sono stati delegati ad aggiornare lo Statuto di Forza Italia e a decidere come rendere il Movimento, che ho fondato più di 25 anni fa e del quale sono Presidente, più efficace, più capace di intercettare i bisogni degli italiani».
Toti si è impuntato sulle primarie aperte. Si è fatto una idea del perché?
«Deve chiederlo a lui. Io noto che quel tipo di strumento non lo utilizza nemmeno più il Pd, che non farà le primarie per le prossime elezioni regionali. Quando il PD l’ha usato abbiamo visto di tutto: cinesi in coda alle urne, i peggiori amministratori locali mai eletti ed altro ancora. Giusto ricorrere al voto per la scelta dei soggetti a cui affidare delle responsabilità, ma gli elettori dovranno essere solo gli iscritti a Forza Italia.
Lei pensa che dietro le tensioni di Forza Italia ci sia, come sostengono alcuni, lo zampino destabilizzante di Salvini e dalla Meloni?
«Non credo. Le tensioni sono normali soprattutto ora che le urne si avvicinano. Ma tranne qualche piccola incomprensione sulle liste per le Europee, che peraltro non hanno portato fortuna a chi le ha fatte, i rapporti con gli altri partiti del centro-destra sono buoni. Il centro-destra unito del resto è l’unica alternativa possibile per ottenere con certezza la maggioranza e vincere ogni tipo di elezione, regionali o nazionale che sia. Senza di noi non esisterebbe un progetto di governo di centro-destra, ma soltanto una proposta di destra-destra».
Il suo è un progetto per riunire i moderati. Dopo lo strappo di Salvini pensa ci sia ancora la possibilità di farlo?
«Ne sono sicuro. I moderati rappresentano la maggioranza silenziosa degli italiani, il centro-destra unito vince da sempre grazie ai loro voti. L’anno scorso in molti si sono rivolti ai partiti sovranisti ma già si sono pentiti di aver sprecato il loro voto, che viene utilizzato per tenere al governo i Cinquestelle. Altri moderati hanno preferito non votare».
Oggi è stata certificata la crescita zero dell’Italia. Il tempo stringe. Lei che tempi si da per realizzare questo progetto?
«La non crescita è il frutto amaro della politica economica sbagliata di questo governo, dove i Cinquestelle hanno fatto sul tema il bello e brutto tempo. La Lega non ha avuto il buonsenso e la forza di opporsi alle troppe proposte sbagliate dei grillini. Su venti leggi sinora approvate soltanto due sono state proposte dalla Lega. Ora il Carroccio deve staccare la spina prima che la situazione peggiori ulteriormente e che ricada pesantemente su sé stessa la responsabilità di aver fatto e di continuare a far male all’Italia e gli italiani».