Libero, 1 agosto 2019
A Formigoni hanno sospeso la pensione
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Apprendo con disgusto che l’ufficio di presidenza del Senato, capeggiato dalla giurista stimatissima nonché cattolica Elisabetta Alberti Casellati, ha deliberato la soppressione della pensione per Roberto Formigoni, confiscando i versamenti da lui effettuati per 16 anni come parlamentare italiano ed europeo. Peraltro la Corte dei Conti aveva già provveduto a prosciugargli il trattamento di quiescenza per i 18 anni da governatore della Lombardia. Mi consta che, nel frattempo, i suoi beni siano stati tutti requisiti, né risultino tesoretti qualsivoglia in Italia o nel resto del mondo da lui attingibili. Il disgraziato aveva appena ottenuto gli arresti domiciliari, e pareva, dalle foto che circolano, un po’ sollevato: contava sulla pensione, essendo vietato per lui, nella sua condizione di recluso domestico, qualsiasi lavoro, anche servire le patate fritte e gli hamburger in un fast food, o magari il sagrestano. A questo punto gli consiglieremmo di chiedere la pensione di cittadinanza o quella sociale, ma non essendo terrone e neppure peruviano è quasi impossibile l’ottenga. Potrebbe sempre contare sulla carità degli amici. Ma siamo sicuri non sia una forma postuma di corruzione? Non scherzo, sono sarcastico, che è un modo per sublimare l’ira. Chiedo agli esperti di morale e di diritto che differenza ci sia tra questo comportamento istituzionale e il furto con destrezza. Mi sfugge qualcosa? Non mi importa che questa manfrina praticata a Palazzo Madama sia legale, con tutti i timbri dei codici e soprattutto la benedizione degli Alti Pennacchi dell’Etica. Essa contraddice il principio di umanità per cui non si può negare a nessuno la possibilità di un dignitoso sostentamento. Conosco la storia di questa ghigliottina che non taglia la testa ma la dignità, ed è persino peggio. La giustificazione dell’atto iniquo di tipo tribale sarebbe l’indegnità a percepire il vitalizio da onorevole stante la condanna per corruzione. Dal 2011 in realtà non si tratta più di vitalizio ma di una vera e propria pensione, calcolata con il sistema contributivo. A suo tempo si fissò comunque questa regola per placare i furori anti-casta e dare un osso da leccare ai Cinque Stelle. Tutto questo fa veramente schifo. Tanto più quando viene per decisione, senza un briciolo di vergogna, da parte di colleghi politici che se fosse stata affidata loro la sanità lombarda saremmo tutti morti di itterizia per lo spavento. Formigoni non ha ammazzato carabinieri a Roma, non ha stuprato commesse a Osio Inferiore, ha solo goduto di alcuni giri in barca non da criminale, ma eventualmente da idiota. Condannarlo di fatto, come in un rito voodoo, alla mendicanza del lebbroso offende qualsiasi civiltà giuridica. Restiamo interdetti dinanzi alla passività dell’opinione pubblica. Mi auguro un intervento discreto del galantuomo Mattarella. Senza chiasso. Da siculo amante della giustizia.