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 2019  luglio 31 Mercoledì calendario

Crescono i morti sul lavoro nei primi 6 mesi del 2019

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Sembra non volersi arrestare la crescita dei morti sul lavoro in Italia: tra il primo gennaio e il 30 giugno sono stati in 482 a perdere la vita mentre erano in servizio o si recavano in ufficio, in fabbrica o al cantiere. Un aumento di 13 casi rispetto allo stesso periodo del 2018, durante il quale le segnalazioni arrivate all’Inail sono risultate inferiori del 2,77%. E il fatto sorprendente è che buona parte di questo peggioramento ha colpito il Sud e le Isole, zone che per giunta negli stessi mesi hanno pure registrato una perdita di occupazione. Insomma, i posti sono diminuiti e i decessi hanno mostrato un incremento.
In Sicilia, per esempio, siamo passati da 25 decessi del primo semestre 2018 ai 41 del 2019. In Puglia da 15 a 26, in Abruzzo da 7 a 14, in Campania da 33 a 39. L’intero Meridione ha già sacrificato sull’altare di uno stipendio 150 persone, contro le 121 coinvolte in incidenti mortali nel periodo tra gennaio e giugno dell’anno precedente. Tra Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria la situazione è rimasta quasi stabile con 124 denunce nel 2018 e 123 nel 2019.
Nel ricco Nord-Est, invece, c’è stata una discesa del 21%: da 133 a 105. Ma come mai questa inaspettata disparità geografica? È difficile trovare una sola spiegazione, ma una piccola indicazione può arrivare guardando la divisione per settori. Nell’industria e nei servizi, infatti, i casi mortali sono diminuiti passando da 419 a 409. L’aumento delle tragedie, quindi, è totalmente dovuto all’agricoltura, nel quale le vittime del lavoro sono state 22 in più. Insomma, considerando che il Sud ha un’economia più legata ai campi, questo potrebbe aver contribuito al dramma che leggiamo nelle tabelle dell’Inail. Quanto invece alle modalità, sono aumentate sia le morti avvenute durante il lavoro – da 331 a 338 – sia quelle dovute a incidenti lungo il tragitto, da 138 a 144. Va come al solito ricordato che tutti questi numeri sono sottostimati, perché naturalmente all’istituto non arrivano le segnalazioni dei casi occorsi ai lavoratori in nero.
Tuttavia, l’Inail a fine anno adopererà come sempre una scrematura, verificherà i requisiti caso per caso e ammetterà ai risarcimenti solo una parte delle denunce. Quella delle morti sul lavoro, comunque, resta una tragedia dai numeri inaccettabili, benché continui inspiegabilmente a fare fatica a scavarsi un posto nell’agenda politica e nel dibattito pubblico. A maggio, durante un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, il sottosegretario Claudio Durigon (Lega) aveva promesso un decreto sulla sicurezza sul lavoro entro giugno, ma ancora non si è visto.