ItaliaOggi, 31 luglio 2019
Periscopio
Quel che ha di veramente grande l’America è di aver dato inizio al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. Andy Warhol su Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.Renzi, un tempo cantore del futuro, vive nel passato; non riesce a parlare di niente che non sia se stesso (su twitter ha ricordato che Luada diceva: «Quando ce la fai, sono tutti con te, quando perdi li hai tutti contro. In mezzo non c’è niente»). Daniela Ranieri. Il Fatto Quotidiano.
La tv presenta come ideale l’uomo assolutamente medio. Carlo Conti è la perfetta raffigurazione del ritratto dei nostri limiti e, paradossalmente, proprio per questi limiti, noi spettatori avvertiamo la sincera possibilità di essere al suo posto. Per questo ha successo. Aldo Grasso. Corsera.
Il meglio di sé Palmiro Togliatti lo dava nei dibattiti alla Costituente, quando duellava in latino con Benedetto Croce. Jader Jacobelli mi raccontò che nella seduta conclusiva, il filosofo invitò i presenti «a intonare le parole dell’inno sublime, “Veni, creator Spiritus”. Rammento quando Togliatti recitò nella lingua originale un’orazione di Demostene. Croce chiese la parola: «Sapevamo che conosceva il russo, il catalano, il latino e l’italiano. Anche il greco! Onore alla Camera». Il leader comunista andò a stringergli la mano. Un gigante. Come Alcide De Gasperi. Allora la politica era questa: cultura, scambio di idee, vivacità. Pasquale Laurito, direttore de La Velina Rossa. (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
Se il governo pare muoversi in una logica di piccoli sgarbi e ripicche, senza alcuna vera attenzione agli interessi primari dell’Italia, l’opposizione non è da meno. È da quando questo governo si è insediato, che (qualsiasi cosa accada) dall’opposizione sentiamo ripetere quotidianamente: l’occupazione diminuirà, l’Italia entrerà in recessione, la produzione industriale cala, i conti pubblici sono al collasso, la cassa integrazione è in aumento, la Commissione europea punirà l’Italia, i mercati finanziari non si fidano di noi. E niente si è verificato. Luca Ricolfi. Il Messaggero.
Scioltasi Lotta continua, Erri De Luca fu operaio, portuale, magazziniere, inserviente nei circhi, funambolo, giocatore di bridge per ristorarsi con le vincite. Girò l’Italia, la Francia, la Tanzania, i Balcani, dove, aggirando le mine, portò soccorsi nelle guerre di fine Novecento. Per farsi ricordare dai connazionali, al di là dei libri, partecipava alle nostre polemiche o ne creava di fittizie. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.
Compirò ottant’anni tra pochi mesi. Cinquantasei di professione, 75 in tribunale: ero un bambino quando mio padre, nominato pretore a Monza, si trasferì dal Piemonte in Lombardia. La nostra abitazione si trovava all’interno del Palazzo di Giustizia. Raffaele Della Valle, avvocato difensore di Enzo Tortora. (Marisa Fumagalli). Corsera.
Dagli anni ’70 era reazionario anche leggere i grandi romanzi dell’Ottocento, considerati «borghesi». Non parliamo dei classici. Ancora oggi, discutendo della prospettata riforma del liceo classico, un colto cattedratico universitario ha affermato necessaria la lotta alla «logocrazia», ossia alla prevalenza della parola nell’insegnamento, a favore, invece, dell’uso delle immagini. Silvia Ronchey, la Repubblica.
In corsa Bartali, spinto dalla fede, andava avanti in qualunque situazione, freddo intenso o canicola, e per questo lo chiamavano l’uomo di ferro, Coppi aveva dubbi, esitazioni, orecchie alle sirene che gli suggerivano di ritirarsi, perché continuare era inutile se non dannoso. Bartali era un combattente nato, un mai morto. E più d’una volta aiutò Coppi a superare le crisi. La prima fu al Giro del ’40, il primo che Coppi vinse e aveva la stessa maglia di Bartali, quella verde oliva della Legnano: era stato ingaggiato come suo gregario. Si staccò dietro il gruppo, Bartali lo raggiunse e lo scosse bruscamente: «Se ti ritiri sei un acquaiolo, non un campione». Acquaiolo nel senso di gregario, di ciclista buono per i rifornimenti. E Coppi risalì in sella. Gianni Mura. il venerdì.
I nostri scrittori sono compilatori? Ma sì... Non se ne può più dei «romanzi» sull’infanzia, sulla famiglia, sulla madre, il racconto intimistico... Ma chi se ne frega. Stessa cosa con la poesia. Quando sento parlare di poesia narrativa mi irrigidisco. Questi non sono veri scrittori, non sono veri poeti. Cesare Cavalleri, editore di Ares. (Luigi Mascheroni). Il Giornale.
Avendo scritto di non capire cosa ci fosse da festeggiare all’arrivo degli americani ci fu chi mi chiese se non era lecito festeggiare la fine dell’occupazione nazista. Ma gli americani e i soldati delle varie nazionalità non erano nostri alleati. Erano occupanti. Ci ricordavano che avevamo perso la guerra. Avevano tutti i diritti; ma non quello di pretendere la mia cordialità. Un fondo nazionalista mi era rimasto. In parte era un retaggio veneto. I veneti lo erano molto. Avevano vissuto la Grande Guerra. Sergio Romano, ex ambasciatore italiano, saggista di politica estera. (Aldo Cazzullo). Corsera.
Sophia Loren ha finito di girare la scena, è seduta nell’appartamento al piano terra del palazzo che ospita il set. Gira a Bari, diretta dal figlio Edoardo, La vita davanti a sé dal romanzo di Romain Gary, storia di un’anziana ebrea deportata ad Auschwitz che accudisce Momò, figlio di una prostituta. Con questa storia, Moshè Mizrahi vinse l’Oscar come miglior film straniero nel ’78, la protagonista era Simone Signoret. Silvia Fumarola. la Repubblica.
Maria Vasaturo, che dal padre ha ereditato il nome d’arte Amato, racconta, a tre anni dalla scomparsa del marito, la sua storia con Carlo Pedersoli (Bud Spencer) che in arte si era voluto chiamare Bud Spencer, in omaggio a una birra e a Spencer Tracy. Ogni angolo del salotto di casa, una casa borghese nel cuore di Roma nord, è segnato da ricordi, fotografie, libri, targhe, statuette, persino da una costruzione in Lego che parlano dell’uomo che ha dato un volto (e una barba) a personaggi amatissimi dal pubblico in ogni parte del mondo. Il gigante buono di una coppia che con Mario Girotti, in arte Terence Hill, ha riscritto con ironia gli standard del western prima, e del poliziesco poi. Alessandra Paolini. la Repubblica.
Alfonso, vecchio pensionato, non la finisce più di parlare di sé. Vuole raccontare minutamente le tappe della sua carriera. Se lo interrompiamo, torna da capo. Mario La Cava, Caratteri. Einaudi, 1980.
Chi ha il potere e nega di armarlo, vuol dire che non ne ha abbastanza. Roberto Gervaso. Il Messaggero.