ItaliaOggi, 30 luglio 2019
A Parigi ci sono le foreste urbane
Parigi lavora al progetto di quattro foreste urbane: una davanti all’Hotel de la Ville, una seconda alla gare de Lyon, la terza dietro l’Opéra Garnier e la quarta sulla riva del fiume. Un’idea lanciata dal sindaco parigino Anne Hidalgo, ispirata dal paesaggista Michel Desvigne, 61 anni, che con l’architetto Richard Rogers ha proposto di trasformare in piccola foresta urbana i dintorni della torre di Montparnasse nel concorso pubblico del comune per trasformare il quartiere, come ha riportato Le Monde.Michel Desvigne ha ideato, nel 2009, a Tokyo la foresta urbana di 3.600 metri quadrati, con 200 alberi, nel quartiere degli affari di Otemachi, molto denso, paragonabile a quella de La Défence a Parigi. E ha al suo attivo l’operazione pioneristica parigina che l’ha visto realizzare la sua prima foresta urbana già nel 1989 all’interno della corte stretta tra gli alloggi sociali progettati da Renzo Piano in rue Meaux nel 19° arrondissement. Nell’occasione Desvigne creò un piccolo boschetto di 110 betulle.
Oggi, a distanza di trent’anni, il sindaco aggiunto di Parigi, Jean-Louis Missika, parla della creazione di una rete di venti-trenta foreste urbane nel corso del prossimo mandato. E sostiene che la natura nella città è cosiderata come uno dei mezzi migliori per lottare contro il riscaldamento climatico. La foresta urbana, secondo Desvigne, ha senso nella città densa. La piccola foresta urbana di Otemachi, a Tokyo, insieme alla costellazione piccoli giardini che si trovano nel quartiere molto densificato, ha portato un comfort di di frescura molto importante e questo, a Tokyo, dove fa più caldo che a Parigi, è molto importante e va oltre l’estetica e il decoro, ha spiegato a Le Monde, il paesaggista parigino Desvigne. Il progettista del paesaggio ha anticipato che il progetto per la fortesta urbana a Monteparnasse si estenderà su un ettaro e conterà all’incirca 2 mila alberi che rappresenteranno tutta la gamma delle specie forestali dell’Ile-de-France: querce, pioppi, carpini, betulle, frassini, insieme ad un sottobosco che corrisponde alle condizioni della luce di un quartiere molto densificato.
Riguardo il sottosuolo di Montparnasse, e le infrastruttue esistenti, Desvigne ha spiegato che lavorerà molto con gli ingegneri per conoscere quelle sottorranee e fare in modo che la piantumazione non sia un azzardo. In effetti, ha spiegato Desvigne a Le Monde, non è tanto una questione di profondità ma di volume e di continuità di suolo che permette di raggiungere una massa critica di vegetazione.