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 2019  luglio 30 Martedì calendario

Il processo per il tweet su Rizzoli «filo-juventino»

Il 4 luglio 2017 l’arbitro Nicola Rizzoli veniva nominato designatore arbitrale della serie A e in un mio commento su Twitter avevo definito questa nomina discutibile essendo stato Rizzoli un arbitro “filo-juventino”. Un convincimento mio, che per 40 anni ho fatto il giornalista-critico giudicando l’operato di calciatori, allenatori, arbitri e dirigenti (in tv lo feci a lungo a Controcampo con “Le pagelle di Paolo Ziliani”), ma anche la presa d’atto di qualcosa che era ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo; basti pensare che pochi mesi fa, due anni dopo il ritiro di Rizzoli, il sito inglese Troll Football (1 milione di followers), commentando il ko della Juventus contro l’Ajax, postava il seguente tweet: “What Juventus think they need to win the UCL vs what they really need” (Ciò che la Juventus pensa occorra per vincere la Champions contro ciò che realmente serve): a sinistra la foto di CR7, dall’altra la foto di Rizzoli arbitro.
Rizzoli mi ha fatto causa e nei giorni scorsi, a Bologna, il giudice Domenico Truppa ha archiviato il procedimento poichè, scrive, nel mio tweet “è possibile riscontrare il pieno rispetto dei due limiti scriminanti, quello della rilevanza sociale dei fatti e quello della correttezza del linguaggio utilizzato”, definito “misurato, composto ed equilibrato”. Ora mi attende una nuova causa intentatami da Rizzoli a Cremona dove due azioni dell’ex arbitro Dondarini sono appena state archiviate. Nel frattempo, avendo scritto sul Fatto che Luca Pairetto è un arbitro scarso, il figlio del designatore radiato ai tempi di Calciopoli, che la stessa Aia ha classificato penultimo nella sua classifica di merito, ha chiesto 100 mila euro di risarcimento. Il Palazzo del Calcio nel 2019.