Libero, 28 luglio 2019
Tutte le donne di Pasolini
È stata appena inaugurata al museo Piermaria Rossi di Berceto (Parma) la mostra Pasolini e le donne, curata da Sebastiano Triulzi e Giuseppe Garrera. Il materiale espositivo proviene dalla collezione privata di Garrera e presenta prime edizioni, manoscritti, documenti ma, soprattutto, oltre 90 fotografie originali che raccontano il fondamentale rapporto che Pasolini instaurò con alcune donne. Le immagini sono particolarmente preziose poiché sono state letteralmente salvate dagli archivi giornalistici che, spesso, nel passaggio alla digitalizzazione, distruggono il supporto fisico o lasciano che si deteriori irreversibilmente; in secondo luogo, il visitatore potrà ammirare interi rullini sviluppati, cioè serie complete di immagini, non solo quelle più note, trascelte dalle riviste o dai giornali per la pubblicazione. Ma chi erano le donne di Pasolini? La mostra non poteva non dedicare un’ampia sezione a Maria Callas, che proprio sul set di “Medea”, apprese che Aristotele Onassis aveva sposato Jackie Kennedy. La serie di foto sulla Callas dunque mostra “la Divina”, come era chiamata dai melomani, in scatti fuori scena, dove si percepisce l’ambiguo legame erotico tra lei e Pasolini. Maria si innamorò di Pier Paolo, e si illuse anche di poter vivere quel sentimento impossibile insieme. Per parte sua, Pasolini vedeva nella Callas una “divina fragilità”, come quella che affliggeva la Medea di Euripide: una donna dal temperamento imperioso, ma stroncata dall’abbandono dell’amato. Non è casuale che molte foto ritraggano Maria in scene in cui piange o urla, quelle scene di “furore” delle quali, sui palcoscenici dei teatri lirici di tutto il mondo, ella era sovrana indiscussa (fu solo grazie alla Callas che tornò in repertorio la settecentesca “Medea” di Cherubini).
ATTRICE E POETESSA
Ed è proprio la fragilità del femminile, la sua specifica linea di rottura, a costituire un insistente leitmotiv del materiale in esposizione; tale “divina fragilità” torna anche nelle foto che ritraggono la poetessa Amelia Rosselli, che Pasolini fece esordire pubblicandone i versi sulla rivista letteraria Il menabò e corredandoli di un suo commento. La Rosselli è còlta affacciata alla finestra della sua abitazione romana di via del Corallo, la stessa finestra dalla quale, sopraffatta dalla follia, si lancerà trentatré anni dopo quel prestigioso ingresso sulla scena letteraria. Altra divina fragilità è quella di Silvana Mangano, che per Pasolini fu interprete insostituibile in Edipo Re e Teorema. Ma il nesso tra la Mangano e Pasolini era addirittura olfattivo: Pier Paolo, che nella mostra è ritratto adorante in 14 foto con Silvana, sosteneva che lei avesse il profumo della madre. La Mangano era sedotta dall’intelligenza compassionevole di Pasolini, come se potesse con lui mostrare la sua debolezza, quella di una diva prosperosa (come la voleva il produttore e marito) che, in quegli anni, era sempre più anoressica proprio in opposizione a quell’immagine commerciale di straripante femminilità. Altre foto documentano il tormentato rapporto con Anna Magnani, l’indimenticabile Mamma Roma. Due figure apparentemente antitetiche, che pure trovarono un canale di comunicazione in quello che Pasolini chiamava il “nucleo tragico” della Magnani, il suo aspro male di vivere che l’attrice sublimava scatenando un eccesso espressivo quasi intollerabile, disturbante, eppure umanissimo, mai artificioso. La Magnani rappresentava così il polo dionisiaco della Callas, che incarnava quello più apollineo. Stranamente esterna a queste sublimi interpreti tragiche fu Laura Betti, che di Pasolini fu, volontariamente, la vestale.
STORIA SECOLARE
Ed è proprio negli scatti con la Betti che emerge un’altra cifra del peculiare rapporto di Pasolini con le donne: una singolarissima sorellanza o, dall’altra parte, una fratellanza proibita. A parlare di “fratello” a proposito di Pasolini fu Carla Lonzi, figura centrale del femminismo italiano, che con Pier Paolo ebbe fieri scontri sui temi della sessualità e dell’aborto. Ma cosa vuol dire questa sorellanza o fratellanza? Non fu Pasolini soprattutto un figlio della donna (in opposizione al cristiano “figlio dell’uomo”), intendendo per donna quella assoluta, cioè sua madre, di cui è indimenticabile la foto che la mostra come una mater dolorosa al funerale del figlio? Non importa: figlio, fratello, sorella, Pasolini fu accanto alle donne perché, come sostiene Garrera, avvertiva in quanto omosessuale la croce di una secolare storia femminile analogamente segnata di croci.