Il Messaggero, 28 luglio 2019
Chiese sempre più vuote in Germania
Crollano le roccaforti in Europa. Per la Chiesa in Germania si prospettano tempi duri. Ormai sottoposta ad una progressiva, massiccia erosione di fedeli. Dall’anno scorso a quest’anno ben 216 mila persone sono uscite dal sistema, dichiarando di non essere più cattoliche. L’anno scorso erano state solo’ 167 mila. Un fenomeno imponente che impensierisce anche il Vaticano.
Ma non sono tanto le conseguenze economiche – ancora tutte da valutare a dare i maggiori grattacapi al Papa, visto che ai contribuenti tedeschi basta una semplice dichiarazione per cancellare la propria iscrizione alla Chiesa evitando di versarle il 9 per mille del proprio imponibile semmai è lo scollamento ormai evidente tra la gente e la religione. La Conferenza episcopale ha pubblicato da poco le disastrose statistiche e la fotografia che emerge riguarda un calo di fedeli pari al 29% rispetto al 2017. Anche se i cattolici rappresentano ancora il 28% della popolazione – il numero totale nel 2018 risulta essere di 23 milioni – un andamento del genere ha fatto scattare l’allarme generale.
Padre Hans Langendörfer, gesuita, segretario dei vescovi, ha ammesso che la situazione è più che preoccupante, senza però andare oltre i numeri. Il vescovo di Würzburg, Franz Jung, che ha messo invece il dito nella piaga parlando della credibilità della Chiesa. Gli ha fatto eco il vescovo di Passau, Stefan Oster: «un ruolo importante lo hanno avuto la crisi degli abusi e tanti scandali finanziari».
Difficile dire quanto ammonterà la perdita di denaro che non verrà più versata dallo Stato alla Chiesa, tenendo conto che ogni anno entrano nelle casse dei vescovi circa 5 miliardi di euro. Nella stessa situazione ci sono anche le Chiese evangeliche. Anche loro non sono state risparmiate dal fenomeno: nel 2018 sono usciti dal sistema di registrazione circa 200 mila persone, cioè l’11,6% in più rispetto all’anno precedente. A maggio l’Università di Friburgo ha pubblicato uno studio choc.
I ricercatori, incrociando vari dati nazionali, hanno concluso che il numero dei cristiani (cattolici e protestanti) dovrebbe diminuire di almeno la metà entro il 2060. In pratica l’appartenenza combinata alle due chiese dovrebbe scendere da circa 45 milioni di oggi a 34,8 milioni entro il 2035 (10 milioni in meno), e a 22,7 milioni entro il 2060. I motivi del declino riguardano due fattori: la popolazione che invecchia e il crollo dei battesimi. I ricercatori di Friburgo mettevano anche in evidenza che sebbene non esistano statistiche sui motivi delle partenze, i sondaggi suggerivano una connessione diretta agli scandali e agli abusi sessuali.
Sembra così avverarsi la profezia di Benedetto XVI che, poco prima di dimettersi, affermò che in futuro si immaginava una Europa sempre meno cristiana, con piccoli gruppi di fedeli molto coesi tra di loro. I vescovi tedeschi stanno pensando di portare avanti, entro l’anno, una serie di riforme per avvicinare la Chiesa alla gente.
A capeggiare l’ala liberal è il cardinale di Monaco, Reinhard Marx che vorrebbe l’abolizione del celibato sacerdotale e per le donne la possibilità di diventare diaconesse. Praticamente due tabù. Inutile dire che le posizioni si siano polarizzate. È per questo che il Papa ha dovuto scrivere una lettera per fare appello all’unità e alla capacità di camminare uniti. Ma le prime crepe già si cominciano a vedere.