il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2019
Numeri sulle badanti in Italia
Il dibattito politico è circoscritto ai porti chiusi o no, alle onlus “trasparenti” o no, o magari al muro da erigere, “all’ugherese” verso est. Nulla o quasi dice dei veri problemi di fondo che ci porteremo dietro per decenni. Chi pensa al calo ormai sena freni delle nascite (confermato dall’ultimo Rapporto Istat) e che richiederebbe subito un pacchetto di misure per le giovani coppie? Chi pensa davvero all’invecchiamento della popolazione italiana, a partire dalla ricca Lombardia e quindi alla crescente, esponenziale necessità di colf e di badanti, ovviamente in gran parte straniere? O ci si illude che ci penseranno i robot?
I dati reali Ufficialmente i lavoratori domestici regolari sono 864.526 mila ma il rapporto Domina ne stima circa 2 milioni. Nel 2016 le badanti erano calcolate in 909.000, delle quali soltanto il 41,7 % regolari cioè poco più di 379.000 (dato Inps). Il 58,3 % irregolari cioè poco meno di 530.000.
Secondo Il Sole 24 Ore con le badanti a carico dei privati lo Stato risparmia circa 6,7 miliardi l’anno. Più 671 milioni di contributi e tfr per quelle a contratto. Lo stesso autorevole giornale fa notare che in Italia soltanto una piccola quota degli anziani viene ricoverato stabilmente in strutture residenziali. Asl e Comuni coi loro servizi domiciliari possono assistere rispettivamente 650.000 e 130.000 anziani. Ma per periodi molto brevi e intermittenti. Decisamente pochi, considerando che gli anziani non autosufficienti stabili sono calcolati in 800.000. Quindi stabilmente ci devono pensare le famiglie sacrificandosi e spendendo.
In Europa invece almeno il 5% può lasciare la propria casa per essere assistito altrove. Ai privati italiani è così toccato nel 2016 un carico salario+contributi+tfr pari a 7,3 miliardi di euro. Più la spesa “in nero” che assomma a un altro pacco di miliardi non calcolabili.
Nel 2050, persistendo la denatalità (che i dati 2018 mostrano in aggravamento), gli ultra 75enni saliranno da 7 a 12 milioni (+74%). Esse rappresenteranno il 21% della popolazione contro l’11% di oggi.
Il boom atteso Il grosso delle badanti è concentrato ovviamente nelle regioni più ricche e dove comunque è più forte l’occupazione femminile e cioè Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Seguite da Veneto, Piemonte, Lazio e Sardegna.
Per il 2030, cioè per domani, gli studi più seri fanno prevedere che proprio in quelle regioni ci vorranno altre 500.000 badanti. A cominciare proprio dalla Lombardia di Salvini con un più 73.000, seguita da Emilia-Romagna, più 52.000, Toscana, Lazio Veneto e Sardegna, più 40.000 ognuna.
Se andiamo ad analizzare il complesso delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, vediamo che essi superano i 2 milioni di cui quasi il 60 % non in regola (stime Istat). Di questi 2 milioni, gli stranieri formano il 73%.
Che ne vogliamo fare? Li buttiamo a mare o a fiume? Fino a qualche anno fa con le sanatorie si provvedeva a periodiche regolarizzazioni. Ora ci vorrebbe qualcosa di più preciso, di più chiaro e duraturo. In genere le sanatorie comportano un effetto positivo nell’immediato che poi non dura. Ma per fare di meglio, bisogna vedere gli immigrati con occhio realistico e insieme civile (se non fraterno).
Intanto prendiamo atto che il 73 % delle lavoratrici e dei lavoratori domestici ha spesso radici profonde. Le rimesse di questi lavoratori ai rispettivi Paesi viene calcolato in 1,4 miliardi di euro da parte di 632.000 lavoratori domestici regolari in Italia provenienti da: Est Europa (43%), Asia (26,9), Africa (5,8), Americhe (8,4), Ovest Europa (0,4). L’Italia fornisce ormai soltanto il 26,9 % dei lavoratori domestici regolari. Quali saranno i potenziali beneficiari di questa assistenza domestica fornita in grande prevalenza da straniere e stranieri?
Futuro nero Nel 2050 la popolazione con almeno 80 anni sarà d 7,9 milioni di persone (13,6 % del totale) cioè un aumento di 3,7 milioni sul 2017. Sempre nel 2050 la popolazione da 0 a 14 anni sarà di 6,9 milioni di persone (12,0 % del totale) con una riduzione di 1,1 milioni sul 2017
Questi sono i veri, stringenti problemi per l’assistenza agli anziani nel Paese ormai più “vecchio” del mondo insieme a Giappone e Germania. Invece di pianificare il nostro futuro prossimo e venturo il vero leader del governo Matteo Salvini si preoccupa se una quarantina di nuovi disperati si affaccia ai nostri porti.
Poi ci sono i problemi per l’occupazione industriale, agricola, commerciale, turistica, per i lavori usuranti che i giovani italiani rifiutano. Ma quello è un altro (gigantesco) discorso. Parliamo pure di Onlus colluse, di porti chiusi, di Europa matrigna. Andremo sicuramente lontano. O a fondo.
I dati sono tratti da ricerche dell’Istat, dell’Istituto Domina, della Fondazione Leone Moressa, da Info/lavoce.