La Stampa, 28 luglio 2019
A ruba in Francia la guida per la Nord Corea
Siete curiosi di sapere cosa si mangia in un ristorante in Corea del Nord? La guida turistica del «Petit futé» francese, consacrata alla terra dell’enigmatico Kim Jong-un, ne consiglia tredici in tutto il Paese, perlopiù nella capitale, a Pyongyang. L’hot pot, ovvero la fonduta cinese, con una pentola di brodo fumante al centro del tavolo, dove tuffare carne, verdure e gli ingredienti più diversi, è la specialità del Chongryu. Oppure il naengmyeon, pasta fredda servita in una tazza di bronzo, o zuppe al muggine all’Okrygwan, sulle rive del fiume Taedong, uno dei ristoranti più tipici in città. E ancora, zuppe al pollo al Rakwon, che è pure un supermercato, per cui si può gironzolare per vedere cosa vendono (qui di prodotti ce ne sono, è destinato ad alti dignitari del regime o a stranieri). E infine, grigliate di carne di cane (ma ci sono alternative) al The Friendship.
Surreale una guida turistica sul Paese più ermetico del mondo: lo scorso 27 marzo, quando il volume è uscito, al suo successo non ci credeva nessuno. Sì, il Petit futé è una collana conosciutissima Oltralpe. Ma, appunto, di turisti francesi ogni anno ne vanno appena 400 nella Corea del Nord, che sta aprendo le sue frontiere (ancora timidamente) per fare incetta di valuta straniera. Agli inizi ne erano state stampate 4mila copie. Ebbene, sono andate a ruba. E da poco altre 3mila sono state inviate alle librerie. Al di là dei veri turisti, l’acquistano tante altre persone, curiose di saperne di più, anche sulla vita pratica in un Paese così segreto.
Gli avvertimenti
Va detto che la guida non è per niente agiografica. Si mettono in guardia i possibili visitatori sui comportamenti da tenere, ricordando il caso di Otto Warmbier, lo studente universitario americano incarcerato a Pyongyang nel gennaio 2016: era accusato di aver rubato un poster in un albergo, poi vittima di un misterioso infortunio neurologico, entrato in coma e morto sei giorni dopo il suo rientro negli Usa. Il testo ricorda che bisogna passare per forza da un’agenzia di viaggi e che, durante il soggiorno, si sarà sempre accompagnati da una guida, con l’impossibilità, ad esempio, di uscire la sera per le strade di Pyongyang. Ma nelle 196 pagine si descrivono pure le attrazioni della Corea del Nord, i magnifici paesaggi di montagna e le statue gigantesche dei tre Kim che hanno governato il Paese (compreso l’ultimo, ancora in carica). Poi la metropolitana monumentale di Pyongyang e i suoi palazzi, scatole di cemento, spesso ridipinti in colori pastello. A pagina 8 della guida si legge: «Uno dei piaceri del viaggio nella Corea del Nord è quando si ritorna a casa: si apprezza molto di più la libertà di cui disponiamo in Europa, dopo che lì ci è mancata così tanto».