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 2019  luglio 28 Domenica calendario

Cosa comprarsi col jackpot da 200 milioni

È vero che si può vincere anche quando è impossibile. Ma bisogna provarci. Il Superenalotto è lì a dimostrarlo: il jackpot più alto della nostra storia, 198,1 milioni di euro, tredici mesi senza botto, dal 23 giugno 2018, sei numeri da indovinare e secondo ponderatissimi calcoli matematici appena una probabilità su 622 milioni 614 mila e 630 di riuscirci. Quasi come baciarsi i gomiti, o starnutire a occhi aperti. Va un po’ meglio se centri il 5 più il jolly, con una su 103 milioni e 769.105, ma così non prendi il colpo grosso. Con quei soldi, pagate le tasse che sono appena aumentate al 12 per cento - sempre meno della flat tax -, uno può comprarsi pure una squadra di calcio come la Fiorentina, appena valutata poco meno di 150 milioni, e con il resto provare a tenersi Chiesa e prendersi anche un jet privato, un trireattore Falcon 50 da 8 milioni. Se uno è appassionato d’arte, che è sempre un buon investimento, tenga presente che «Il vaso con i 12 girasoli» di Van Gogh è stato venduto a 39 milioni e gli Iris a 54. Ma il bello è che poi non basta neanche. 
Se Donald Trump dice che «nella vita tutto è fortuna», resta il piccolo problema che noi non abbiamo ancora capito che cosa sia esattamente la fortuna. William Bud che aveva vinto 16,2 milioni di dollari alla lotteria della Pennsylvania nel 1988, dopo un anno si è ritrovato con un milione di debiti, l’ex fidanzata che lo ha denunciato, e il fratello in carcere perché aveva assunto un killer per ucciderlo in modo da ereditare la vincita. E come se non bastasse in prigione c’era finito anche lui, dopo aver sparato a un creditore che non voleva saperne di credere alle sue disgrazie. «Vorrei non aver mai preso quel biglietto, la mia vita è diventata un incubo», confessò disperato al Washington Post. «E pensare che ero un uomo felice quando non avevo soldi». Eppure i soldi da sempre appartengono alla fortuna. E più è difficile prenderla più è bella. In Italia, poi, è più difficile che altrove. Negli Stati Uniti al Mega Millions la probabilità di vittoria è una su 32 milioni, anche perché basta centrare solo 5 numeri. E’ un po’ più alta alla lotteria del Powerball, ma la sostanza non cambia. Solo che i premi più alti di tutte le lotterie del mondo, li hanno presi loro. Il record è quello di quasi un miliardo e seicento milioni di dollari della Lotteria Mega Millions centrato con un biglietto da due dollari acquistato nel 2016 nella Carolina del Sud: sono talmente tanti i soldi che se uno li vuole tutti, lo pagano in 29 anni. Quella cifra equivale a 1,4 miliardi di euro. In pratica è quello che ha incassato lo Stato italiano dal Superenalotto l’anno scorso: un miliardo e 387 milioni, più o meno sullo stesso livello dell’anno precedente, ma molto meno rispetto al 2016, quando toccò il miliardo e 600 milioni, facendo un balzo del 55 per cento in più nei confronti del 2015. Anche qui c’entra la fortuna, perché la fortuna è come un baro: fa vincere uno per allettare gli altri. Guarda caso lo Stato ha incassato di più quando ci sono state le vincite più alte: il record in Italia era del 30 settembre 2010, 177.729.043, seguito dalla vincita del 27 ottobre 2016, 163.538.707, proprio quando si impennarono le giocate. Due giovani torinesi, Paolo Canova e Diego Rizzuto, un matematico e un fisico, hanno raccontato in un libro, «Fate il nostro gioco», quanto sia difficile azzeccare i numeri vincenti: «E’ teoricamente possibile», dicono, «ma siamo nel novero delle cose praticamente impossibili». Perché, oltretutto, «la probabilità che qualcuno vinca non va confusa con la probabilità che sia proprio tu il fortunato».
La verità è che in ogni caso vincere al gioco è molto spesso la dimostrazione che la fortuna da sola non basta. Evelyn Adams ha vinto alla lotteria due volte e tutt’e due le volte si è giocata tutto al casinò di Atlantic City. Alex e Rodha Toth erano una coppia felice e fortunata e nel 1990 vinsero pure 13 milioni alla lotteria della Florida. Comprarono una villa enorme, belle barche e viaggi di lusso, poi cominciarono a litigare e un giorno la loro casa bruciò tutta: l’assicurazione era appena scaduta. La loro vita andò in fumo. Ma il caso più emblematico è quello di Rimini, quando 8 amici vinsero 30 miliardi di lire, circa vent’anni fa, con un biglietto comprato al Bar Gianni. Due di loro purtroppo sono morti poco dopo e non hanno potuto goderseli a lungo. Altri due hanno fatto investimenti sbagliati e hanno perso tutto. Uno è finito nel tunnel della droga. Al bar Gianni raccontavano che non li avevano più visti. A parte uno. Viene ancora tutte le mattine, beve il solito caffè e chiede sempre un biglietto della lotteria. Continua a far l’artigiano, come prima che gli capitasse quella botta di fortuna addosso, a lui e ai suoi amici. Quando sorseggia il caffè sbuffa che deve correre al lavoro. E forse è giusto così. La fortuna è meglio non guardarla troppo in faccia. Potrebbe accecarti.