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 2019  luglio 27 Sabato calendario

Periscopio

Sulla Rai incombe il leso diritto di passerella. Dino Basili. Uffa news.So che siete del Pci: qui nessuno è del Pci. So che siete laureato: qui nessuno è laureato. Torni domani alle 5. Nino Nutrizio, direttore de La Notte al momento di assumere Carlo Rossella come redattore.
Nessun raduno è stato autorizzato a San Pietroburgo e quindi dozzine di persone hanno tenuto picchetti di una sola persona in varie strade della città del Baltico. Fabrizio Dragosei. Corsera.
Il Pd è sempre più incomprensibile. Sta accadendo una sorta di miracolo: la maggioranza più forte di tutti i tempi (quella gialloverde) ha paura di se stessa. Il Pd potrebbe affondarvi il coltello come nel burro, scatenandogli contro il suo miglior tribuno (e cioè Matteo Renzi). Invece proibisce all’ex presidente del consiglio di parlare in aula. Poi Renzi lo abbiamo visto nella consueta diretta FB. Io non sono un fan totale del ragazzo fiorentino, ma devo togliermi tanto di capello: sta smontando Salvini pezzo dopo pezzo. Altri cinque interventi così e di Salvini non rimarrà più niente. Nemmeno in Siberia lo vorranno più. Il Pd, quindi, non dovrebbe fare assolutamente niente. A parte dare via libera a Renzi e poi applaudire fino a spellarsi le mani. È un lavoro che può fare persino Zingaretti. Giuseppe Turani. Uomini e business.
Il 4 novembre 1918, la piazza centrale di Trieste che presto non si chiamerà più «piazza Grande» ma «piazza Unità» è piena di gente per festeggiare la disfatta dell’impero austro-ungarico. Il giorno prima, alle 16, quattro navi da guerra italiane erano arrivate nel porto per prendere possesso della città. Era la fine della presenza austriaca che risaliva al Medio Evo. Jèrôme Gautheret. Le Monde.
Tre anni dopo la morte di Bud Spencer non so che cosa mi manca di lui. Io ero abituata alle sue assenze. Era un uomo molto libero, andava, veniva… Ho convissuto con la sua assenza. E quindi non mi manca. Aspetto che, come al solito, mi chiami. Maria Amato, vedova di Bud Spencer (Alessandra Paolini). la Repubblica.
Una volta Giorgio Bocca mi disse che era molto geloso del mio modo di lavorare. Probabilmente io scrivevo cose che apparivano assurde a lui che era un maestro ma anche un uomo tradizionale. E forse mi guardava incuriosito perché ero spiritosa, chissà. Mi apprezzava e mi detestava. Natalia Aspesi, 90 anni, giornalista (Simonetta Fiori). la Repubblica.
La mia vita solidale è iniziata nel 2001, una settimana dopo l’attentato alle Torri gemelle. Ero in un paese islamico. Ho però pensato che in fondo era più pericoloso lavorare alla Deloitte, a due passi dal consolato americano di Milano. Mi occupavo del reinserimento degli ex combattenti della guerra civile. Ex ribelli capaci di usare le armi, andavano sottratti a una vita da banditi. Con il microcredito e favorendo mini allevamenti. Ho anche aiutato un gruppo di donne ad aprire un ristorante. Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Cantine Ferrari (Luciano Ferraro). Corsera.
La Pfm aveva in alcune occasioni collaborato con Fabrizio De Andrè. Poi ci perdemmo di vista salvo ritrovarci in uno studio di registrazione a Carimate. Era il 1981, c’era già stato, un paio d’anni prima, il rapimento suo e di Dori. Non vivevano più in Sardegna. Passammo alcuni giorni nello stesso residence. Fu un’occasione per conoscerci e, alla fine, Fabrizio mi propose di suonare per lui. In pratica venni assunto come flautista. Durante uno dei nostri tour gli venne l’idea fantastica di scrivere una canzone in genovese. Mi disse che le lingue diventano dialetti quando chi le parla ha perduto la guerra. Voleva tornare alla forza di certe radici. Alla autenticità dei vinti. Ci mettemmo al lavoro. Mauro Pagani, musicista (Antonio Gnoli). la Repubblica.
«In 37 anni di Rai, sei diventato notissimo», cominciai con Luciano Rispoli. «Ma ora, per me non c’è più posto», si rabbuiò. «Sei in pensione», osservai. «Ho collaborato con un direttore generale come Biagio Agnes e un presidente come Sergio Zavoli. Altro che questo Del Noce», esclamò. «Che c’entra Fabrizio Del Noce, il capo della Prima rete?». «Con Zavoli e Agnes ho fatto trasmissioni di culto. Ho lanciato Maurizio Costanzo, Gianni Boncompagni e Raffaella Carrà che era la fidanzata di Gianni». «Meriti innegabili», riconobbi. «Dopo ogni esordio, Zavoli e Agnes mi cercavano per congratularsi, consapevoli di quanto fosse importante stimolare l’autore. Misura la distanza tra la Rai di allora e quella attuale dei La Noce». «E dalli con Del Noce. Eri così illustre che le tue nozze furono celebrate da Padre Pio», lo lusingai. «Già», fece lui spompato e indifferente. Giancarlo Perna. LaVerità.
Passati 40 anni, della terrorista Paola Besuschio, che al momento dell’arresto si era appellata al rispetto della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra, ci restano i filmati postati nel suo profilo Facebook. Il più recente mostra due maialini che giocano a calcio con un pallone di peluche, davanti a un albero di Natale allestito in salotto. Libera, ma imborghesita malamente. Stefano Lorenzetto, scrittore. l’Arena.
Durante la prigioneria nel campo di sterminio di Buchenwald io, cattolico e resistente francese, ho sempre tenuto presente, e mi ha sempre riconfortato, il libro di Giacobbe, quelli degli afflitti: «Nudo sono uscito dal seno di mia madre. Nudo ritornerò nel seno della terra. Dio mi aveva donato tutto, Dio mi ha tutto ritirato». Hélie de Saint Marc, Les champagnes de braise. Perrin, 1995.
Possedeva un fiuto da bracco per riuscire a scovare del vino, dovunque esso fosse nascosto, e non c’era mascheratura o doppia porta che lo potesse tenere lontano dalla preda. Lui, con il suo occhio da poiana, teneva in osservazione costante i padroni di casa, ne seguiva tutte le mosse sospette, i gesti furtivi e obliqui, e riusciva sempre ad arrivare alla botticella del vino, al bottiglione di acquavite o al salame nascosto nella paglia. A lui nessuno riusciva a fargliela. Carlo Sgorlon, L’armata dei fiumi perduti – I cosacchi in Friuli. Mondadori, 1985.
Il sistema penitenziario è la dimostrazione precisa che la pena detentiva ha fallito. Esso produce e conserva odio, spirito vendicativo frustrazione, cattiveria primitiva. Non ha alcuna efficacia riabilitativa. Non punta a evitare recidive. Punta a rafforzare gli assassini. Rincuorare le merde. Questo lo dico perché ho frequentato le prigioni di mezza Cisalpinia e, assiduamente, il carcere di Serenissima, Santa Maria Maggiore. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi, 2014.
Mia moglie mi accusa di infedeltà che se fossero vere, mi lusingherebbero. Roberto Gervaso. Il Messaggero.