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 2019  luglio 27 Sabato calendario

La rivincita di Teodora, imperatrice di Bisanzio calunniata e prima femminista della storia

L’adolescenza lasciva di Teodora, imperatrice di Bisanzio nel VI secolo, moglie di Giustiniano, è una fake news fatta circolare da Procopio di Cesarea, suo nemico e che come spesso succede per le storie piccanti ebbe subito ampia, pruriginosa diffusione. Non che lei fosse al di sopra di ogni sospetto ma neppure meritava ciò che scrisse Procopio, certamente con l’enfasi di chi vuole vendicarsi: «Trascorreva l’intera notte a letto con tutti i commensali, e quando erano giunti tutti allo stremo, quella passava ai loro servitori, che potevano essere una trentina; s’accoppiava con ciascuno di loro, ma neppure così riusciva a soddisfare la sua lussuria». Adesso c’è chi vuole ridare a Teodora la dignità perduta. È Francesca Minguzzi, laureata in Storia del diritto romano con tesi su di lei. Vive a Venezia e ha pubblicato il libro Io, Teodora, memoria di un’imperatrice (Carta Bianca Editore). La tesi è che il maschilismo del tempo si accanì su di lei, donna in carriera, bella e potente. «Si impegnò, anche sul versante giuridico, a favore dei diritti delle donne», dice Minguzzi, «sostenne il marito sino a salvare il trono, difese con fermezza la sua fede. È tra i personaggi più affascinanti della storia». In effetti Teodora fu una donna astuta e di forte carattere, molto influente sulle decisioni del marito. Quando si verificò la rivolta di Nika e Giustiniano si mostrò pavido, pensando di fuggire, fu lei a reagire con forza e a convincere il marito a combattere in quanto «Il trono è un glorioso sepolcro e la porpora è il miglior sudario». A lei si devono il riordino dei codici e nuovi articoli a tutela delle donne, come quello che prescriveva che: «Non si permette che alcuno prostituisca in scena o in orchestra una donna schiava o libera. Se essa voglia passare ad onesta vita non potrà essere impedita dai di lei fideiussori».Restituire Teodora alla storia. Spiega Minguzzi: «Giustiniano l’ha imposta a corte perché aveva capito che avrebbe avuto al fianco una mente pensante e non solo una donna avvenente. Quando ho studiato i codici ho concluso che se anche c’è stato qualche errore di gioventù (gli inizi di vita nel VI secolo per una donna non erano mai facili) Teodora merita di essere ricordata per il decisivo apporto che ha dato a un periodo splendido dell’Impero romano d’oriente e per avere messo il suo prestigio al servizio delle donne. In fondo è stata la prima femminista».