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 2019  luglio 27 Sabato calendario

Il lager di Montorio, in provincia di Verona, messo all’asta dal Demanio

La memoria non è in vendita. «Il governo riveda la decisione di vendere l’ex campo di concentramento di Montorio». Un casolare diroccato nel quale furono rinchiusi circa 60 ebrei prima di essere trasferiti ad Auschwitz nel febbraio 1944. L’immobile si trova in provincia di Verona. Ed è nell’elenco dei beni che l’Agenzia del demanio, per conto dello stato, metterà all’asta. Per il Pd, però, «vendere i luoghi della memoria è un grave errore». Le stesse parole che saranno contenute in un’interrogazione al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nella quale i dem chiederanno di bloccare la vendita dell’ex lager.
La legge di Bilancio 2019 prevede un piano straordinario di dismissioni di immobili pubblici per il biennio 2019-2021. Piano che sarà affidato al Demanio. Tra i beni c’è anche la cascina La Colombara, che nel corso della II guerra mondiale fu utilizzata dagli ufficiali come campo di concentramento di ebrei rastrellati a Roma e destinati ai lager nazisti.
Da tempo l’associazione montorioveronese.it, che ha scoperto la storia e le origini del casolare della frazione veronese di Montorio, ha chiesto al Demanio di poterlo rilevare gratuitamente per farne un luogo della memoria della Shoah visitabile dal pubblico. Con la sigla numero 416 DAT La Colombara, però, l’ex campo di concentramento è stato messo all’asta. E il senatore pd Vincenzo D’Arienzo, insieme col consigliere veronese Federico Benini, sono intervenuti per scongiurare la vendita.
«Entro questo mese saranno pubblicati i primi bandi di vendita, tramite asta pubblica, ma si tratta di una decisione sbagliata che offende la memoria dei deportati e la storia del nostro paese, per questo depositerò un’interrogazione al ministro Tria affinché riveda la sua posizione», ha annunciato D’Arienzo. «Il sito è stato ritrovato grazie al lavoro dell’associazione montorioveronese.it. Ed è certo, stando ai riscontri sinora ottenuti, che furono una sessantina gli ebrei, tra donne, uomini e bambini, rinchiusi nel casolare vicino a Montorio e destinati, l’8 febbraio, nel lager di Auschwitz».
Gli esponenti del Pd, oltre a Tria, si sono rivolti al Comune di Verona amministrato dal sindaco di centrodestra, Federico Sboarina, per chiedere al Demanio il trasferimento in proprietà del bene «al fine di salvaguardare la memoria della Shoah e di affidarlo in gestione all’associazione montorioveronese.it per farne un luogo della memoria della Shoah visitabile da tutti. L’associazione ha anche chiesto al Demanio la possibilità di gestire l’edifico attraverso il patto di sussidiarietà, impegnandosi a ristrutturarlo e a tenerlo in ordine. Un intento più che lodevole».
Sul caso dell’ex lager è intervenuto anche Roberto Rubele, tra gli autori del libro intitolato 26 Aprile 1945 e responsabile dell’associazione locale. «È un edificio semidiroccato che come associazione avevamo chiesto di ottenere gratis dal Demanio, impegnandoci a ristrutturarlo e a tenerlo in ordine per farne un luogo visitabile», ha detto all’Arena.