Libero, 27 luglio 2019
In Veneto mancano 1.600 posti da cameriere e lavapiatti
Lavoro
Camerieri,lavapiatti, cuochi. Erano i tipici lavori estivi che fino agli anni scorsi facevano i giovani trentini desiderosi di mettere da parte qualche soldo per mantenersi agli studi o più semplicemente per divertirsi senza pesare sui genitori.Maerano anchelemansioni che rincorrevanoi ragazzi usciti dalle scuole professionali e desiderosi di farsi una prima esperienza nel mondo del lavoro. Quest’anno però qualcosa è cambiato. Le aziende trentine del settore turistico hanno dovuto fare i conti con un calo considerevole della domanda di impiego stagionale. Secondo Unioncamerela situazioneèa dir poco preoccupante: a luglio le aziende del settore avrebbero avuto bisogno di oltre 3.500 tra cuochi e camerieri ma 1.600 posti sono rimasti vacanti. Del totale 1.150 permancanza di candidati e 450 per una preparazione inadeguata di chi si era offerto. Il tema è ampio e complesso, dicono gli esperti. Non si può certo affermare che 1.600 giovani abbiano preferito la piscina alla sala da pranzo, ma nemmeno cheillavoro sia unmiraggio e che centinaia di persone sono a casa per assenza di offerta. «La carenza di personale è un dato di fatto – ha detto all’Adige Gianni Bort, presidente dell’Unione commercio – e gli albergatori trentini sonoin affanno, così come pubblici esercizi, bar e ristoranti. La criticità riguarda tutto il territorio. Le motivazioni? Parecchie. La mancanza di preparazione, ma anche una non reale disponibilità. Mentre non credo che la questione economica incida così tanto». Quanto al compenso le cifre sono presto dette: un cameriere che inizia prende tra i 1.300 e i 1.500 euro, compresi vitto e alloggio. Più le mance. I cuochi, invece, prendono di più. Non male per una prima esperienza di lavoro. Ma evidentemente non basta