Il Sole 24 Ore, 27 luglio 2019
Nord Stream fa causa alla Ue
Esteri Russia
Acque sempre più tempestose per Nord Stream 2: il Senato americano ha messo nel mirino il gasdotto russo e la prossima settimana dovrebbe discutere l’imposizione di sanzioni contro compagnie e individui coinvolti nel progetto, che, agli occhi di Washington, rafforza in modo eccessivo la dipendenza dell’Europa dalla Russia.
Si riaccende anche la partita tra Nord Stream 2 e la Ue. La compagnia che sta costruendo il gasdotto tra Russia e Germania, raddoppiando quello già esistente e operativo, si è rivolta alla Corte di Giustizia Europea per chiedere l’annullamento delle modifiche a una direttiva Ue sul gas approvate in aprile: la motivazione è che il progetto Nord Stream 2 ne uscirebbe chiaramente discriminato. L’emendamento alla direttiva, sostiene la compagnia che fa capo alla russa Gazprom, «è stato chiaramente strutturato e adottato per svantaggiare Nord Stream 2».
I cambiamenti introdotti estendono l’applicazione delle norme che governano il mercato interno Ue dell’energia anche a gasdotti e oleodotti in arrivo da Paesi esterni alla Ue o a loro diretti. Queste norme intendono assicurare che il proprietario di un oleodotto non ne sia simultaneamente il fornitore e che almeno il 10% della capacità sia messa a disposizione di terze parti.
E invece Nord Stream 2 sarà operato e di proprietà di Gazprom, monopolio russo del gas, anche se il finanziamento del progetto si appoggia per il 50% su un gruppo di compagnie energetiche europee: le tedesche Uniper e Wintershall, l’anglo-olandese Shell, l’austriaca Omv e la francese Engie. Le modifiche alla direttiva Ue sono state volute per proteggere l’Ucraina, che rischia di essere tagliata fuori dalle rotte dell’energia dal nuovo gasdotto russo.