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 2019  luglio 27 Sabato calendario

Le risse in tv

Spettacoli Televisione
Inevitabili
Fa dispiacere vedere una persona stimabile coinvolta in quello spettacolino di merda (mi scuso per l’eufemismo) che sono le risse televisive. C’è chi ci è nato e ci sguazza, quello è il suo habitat. C’è chi organizza la rissa per professione (parecchi autori, molti conduttori). C’è chi ci capita in mezzo quasi per caso, ma non avendo dignità o reputazione da perdere non desta alcuno scandalo vederlo sbraitare o accapigliarsi: peggio per lui. Ma c’è, infine, una ristretta schiera di persone che già quando compaiono su quelle sedie ti senti in apprensione per loro (oddio, ma che ci fa lì, non poteva rimarsene a casa?); e quando poi la tensione sale, la zuffa prende corpo e il conduttore/conduttrice gongola, vorresti essere lì (ma non inquadrato) per tappargli la bocca, aiutarlo a ricomporsi, chiamare un taxi che lo riaccompagni. Degli altri non ti importa niente, sono nei loro panni, fanno il mestiere loro, che è quello antico del baraccone allestito per stupire il pubblico di bocca buona. Venghino signori. Un amico che frequenta parecchio quei ring mi ha spiegato che lo si fa per denaro. Checché ne dica il moralismo d’epoca, è una ragione seria e quasi sempre (non sempre) rispettabile. Si potrebbe dunque, visto il gran numero di fondazioni filantropiche, trovarne una che ponga rimedio alla sciagurata esposizione nei talk-show di persone che potrebbero utilizzare molto meglio il loro tempo e il loro ingegno. Come? Istituendo un gettone di assenza che si contrapponga al gettone di presenza: «Se non vai a quel talk-show, ti pago». Le domande, ovviamente, andrebbero valutate con severità. Quelli recuperabili alla vita civile sono pochi, forse pochissimi. Ma, come dice il Talmud, chi salva una vita salva il mondo intero.